Crisi di governo, l'analisi di Pizzolante

Su alcuni giornali e in televisione lo spazio del retroscena, del si dice e del si è detto e del sospetto, domina sulla scena. Hanno preso il sopravvento i campioni del pettegolezzo e dello sminuzzamento del senso delle cose e dell’ironia senza intelligenza, che corrisponde a vacuità. I Cazzullo o gli Stella, per intenderci. Già la scena è nauseante, con i loro retroscena diventa disgusto, ribrezzo. Fanno questo mestiere da 30 anni. E siamo arrivati sin qui. Grazie anche a loro. Ciò detto, proviamo a mettere in fila una gerarchia dei fatti politici e delle notizie. Per non perdere il senso delle cose.

1 - E’ andato in crisi un governo fallimentare. Tutto ciò che succede è dovuto al fatto che hanno fallito. Dopo un solo anno. Non dimentichiamolo. Ed è fallito un governo nato in Parlamento(non chiamatelo inciucio), non dal voto diretto dei cittadini. Del “popolo”. Era l’unico governo possibile allora. Somma di due partiti schierati su sponde opposte. Votati dal “popolo” per ragioni differenti. La somma delle ragioni differenti ha fatto splash!
2 - Dire restituiamo la parola al popolo, non ha senso logico e democratico, in una democrazia parlamentare. Bisogna dire, restituiamo la parola al Parlamento e al Capo dello Stato, la legislatura è appena cominciata, la Costituzione la prevede lunga 5 anni. Proprio per non esporre i governi agli umori del momento. Se non è così, siamo fuori dalla democrazia e dalla Costituzione. Se il Parlamento non è in grado di creare una maggioranza nuova (non chiamatelo inciucio) allora si ridà la parola al popolo.
3 - La crisi l’ha creata Salvini, per cavalcare l’onda delle europee e dei sondaggi favorevoli. Non si può fare! Come non poteva farlo Renzi dopo il 41%. E non l’ha fatto. Se lo si fa si è fuori dalla democrazia liberale. Si è al plebiscito!
4 - Non lo si può fare, a maggior ragione, perché (e siamo nel campo delle valutazioni politiche, le mie) Salvini ha aderito alla piattaforma politica della democrazia illiberale di Putin. È alleato di una pletora di filo fascisti e filo nazisti sparsi in tutto il mondo. Che vogliono la fine dell’Europa, oltre quella della democrazia liberale. Se fossimo a fine legislatura, sarebbe inevitabile e giusto andare al voto. Dopo un solo anno è suicida. Per l’Italia, per l’Europa, per la democrazia.
5 - C’è una maggioranza in Parlamento? Sembra di sì. È quella che dovrebbe esserci? Probabilmente no! In questa situazione, per le ragioni di cui sopra, io vedrei una coalizione democratica più ampia possibile. Capace di coinvolgere anche il centro dei popolari italiani, Forza Italia, come sostengono Grasso e Prodi, e un governo nuovo senza i protagonisti di quello precedente e con due punti di programma fondamentali: una manovra pro crescita e una soluzione europea per la questione migranti (che è il vero fattore di sconquasso delle democrazie e del proliferazione dei pazzi). Un governo di responsabilità nazionale e di rifondazione dello Stato liberale.
6 - Non sarà possibile? Sarà un pastrocchio con al centro punti di nauseabonda propaganda politica? Speriamo di no. Ma comunque se ci sarà una maggioranza bisognerà considerarla lecita, come quella precedente. Potrà non piacere, ma lecita. la soluzione non potrà essere quella di tornare al punto di partenza del gioco dell’Oca di Salvini. Fra marce e retromarce. No!
7 - Gli scenari degli ultimi due punti favoriranno, è la mia opinione e il mio auspicio, la nascita di una forza politica liberale e riformista, seria, responsabile, pro crescita, pro impresa e lavoro, europeista, ma con intelligenza, garantista. Alla Panebianco, per intenderci.
(*) già Parlamentare

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui