Editoria: il forlivese Selvi lancia "Coriandoli" per Capire

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«Si legge sempre meno, un problema! Le case editrici collassano, un problema! In Italia leggere è valutato, quando va bene, superfluo, un problema! Ma basta un poco di zucchero e la pillola va giù! Una pillola colorata e piccola, invitante, briosa, allegra e fresca! Questa pillola è la collana Coriandoli». Con queste parole Francesco Selvi, regista, critico cinematografico e artista forlivese, lancia la nuova collana Coriandoli per Capire Edizioni, gruppo editoriale forlivese e fiorentino diretto da Renzo Casadei. «Era da tempo che desideravo una collana su cui lavorare – dichiara Selvi –, una collana briosa, che sapesse leggere i tempi, tempi in cui nessuno legge e in cui forse è necessario scendere dalla torre d’avorio. Tutto ciò senza però fare una manovra qualunquista, senza spessore culturale, prettamente commerciale. Sono partito dai nomi, tutti giovani autori italiani, alcuni al primo libro: giovani pieni di idee, irriverenti, scanzonati alcuni, misantropi altri, ma tutti autori capaci di dare una boccata di ossigeno, di brio, di scellerata ironia sul cadavere del nostro tempo contemporaneo». Ecco perché i libri di Coriandoli, di piccolo formato, stampati su carta colorata diversa per ogni titolo, sono allegri ma ambigui come il carnevale, «freschi e leggeri ma allo stesso tempo inquietanti e profondamente intelligenti, letture veloci ma su cui poter tornare più e più volte col piacere ogni volta di scoprire un aspetto nuovo». Coriandoli vuole raccontare «quando la letteratura ti mette il Carnevale in testa», così si legge sul retro delle copertine dei coloratissimi libricini, brillanti e vivaci come, appunto, piccoli coriandoli. Scriveva Michail Bachtin che «il Carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea della verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù. Era l’autentica festa del tempo, del divenire, degli avvicendamenti e del rinnovamento. Si opponeva a ogni perpetuazione, a ogni carattere definitivo e a ogni fine». All’insegna del carnevalesco bachtiniano, i libri di Coriandoli provocano, divertono, dissacrano, in un turbinio anarchico di colori. Una proposta di letture contemporanee che siano sarcastiche e stranianti, sornione e a tratti grottesche, ma anche accessibili, essenziali, lontane da ogni vezzo manieristico e banale frivolezza: «La collana Coriandoli non è dedita al qualunquismo, non vuole essere blanda e innocua letteratura da ombrellone, bensì affrontare il nostro mondo contemporaneo con feroce ironia, per far fissare sul viso del lettore un sorriso che ben presto si scoprirà essere quanto di più vicino a un ringhio». I libri della collana Coriandoli devono essere tutti a una modica cifra, senza oltrepassare mai i dieci euro, e dalla grafica invitante che Selvi definisce «nipote di un Bauhaus rivisitato in chiave pop dal designer Matteo Pini». I primi due volumi sono Dizionario dei luoghi comuni del cinema italiano di Alessio Galbiati eIl tempo dei merli di Giacomo Laser. «Se il primo è una sorta di divertito e irriverente saggio di critica sul cinema italiano e sui tic della cinefilia nazionale – scrive Selvi –, il secondo è uno straniante racconto/diario dettato direttamente al cellulare. Due uscite accattivanti e diversissime fra loro per cominciare il tragitto ambiguo e zigzagante di una collana che sarà davvero una pioggia di urticanti Coriandoli». Dopo il successo dei primi volumi della nuova collana ci aspetteranno Talenti non fondamentali di Elisa Rocchi e il quarto volume firmato da Dario Agazzi Il sommarone e altre memorie.

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