Ecosistema, la battaglia sui fondali passa da un pesciolino

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Il clima cambia e nel Mediterraneo arrivano le specie aliene che distruggono l’equilibrio del Mare Nostrum. Ma, in fondo, a un certo punto l’essere umano dovrà ringraziare un piccolo pesciolino se viene condotta negli abissi la lotta al granchio corridore atlantico, una delle specie più invasive. Lui è il ghiozzo paganello, un piccolo pesce autoctono in grado di predarlo in modo particolarmente efficiente. Il granchio corridore atlantico è stato scoperto nel bacino del Mediterraneo nel 1999 e, nel corso del tempo, ha invaso sempre più le sue coste. A scoprire questa battaglia che avviene in fondo ai mari è stato uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Catania che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Marine Science and Engineering.

I ricercatori hanno esaminato diversi aspetti biologici del ghiozzo, studiandone anche i contenuti del suo stomaco: grazie alle analisi è stato dimostrato in maniera chiara come riesca a predare con una certa frequenza il granchio alieno, che è una specie elusiva in grado di nascondersi rapidamente sotto ai massi o tra gli anfratti rocciosi. Si tratta della prima evidenza di predazione non occasionale di una specie invasiva da parte di una popolazione nativa mediterranea.

«Le specie aliene invasive possono rappresentare una seria minaccia per gli ecosistemi marini, ma anche per l’economia e per la salute dell’uomo, motivo per cui riconoscere quali siano le possibili strategie per tenere sotto controllo le popolazioni delle specie invasive, poiché l’eradicazione è in genere sostanzialmente impossibile, rappresenta un obiettivo valido al fine di limitare i danni che queste specie possono arrecare», spiega Francesco Tiralongo, coautore della ricerca.

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