Economia post covid a Cesena tra segnali positivi e timore affitti

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«Non voglio eccedere di ottimismo, ma oggettivamente i dati del nostro territorio sono incoraggianti». La ripresa economica post pandemia, secondo il sindaco Enzo Lattuca, non ha le tinte drammatiche che i mesi più duri dell’emergenza sanitaria avevano lasciato temere.

Il territorio tiene

«Siamo anche in un momento dell’anno di chiusura dei bilanci e i dati sono positivi. Sappiamo che esistono settori, come quello della ristorazione, del commercio al dettaglio, delle palestre, chi insomma ha risentito delle chiusure, che hanno sofferto. Ma industria e agroindustria, settori che sono preponderanti nel caratterizzare il nostro tessuto economico hanno retto bene il 2020, la produzione non è mai calata e le prospettive sono buone anche per il 2021». Lattuca segnala il caso dell’edilizia che beneficia di un «effetto molto positivo sul settore e tutto quello che gli è collegato, anche se con qualche risvolto un po’ inquietante».

Il “caso” edilizia

Il riferimento è a quanto sta accadendo nel mercato delle materie prime, oggetto di «di speculazioni a livello globale. Basti guardare quello che sta succedendo con l’acciaio». Quel rimbalzo di cui l’assessore regionale Vincenzo Colla parlava un anno fa, dice Lattuca «sta arrivando e già si vede. Ci sono anche degli effetti che rischiano quasi di dare ebbrezza, è quello che sta succedendo con i mercati dell’edilizia, dei metalli e di chi lavora con quelli, ma parliamo di un fenomeno globale».

Inflazione e sfratti

Daalcune valutazioni deriva anche una certa fiducia rispetto alla questione occupazionale. Più che lo sblocco dei licenziamenti, secondo Lattuca quello da tenere monitorato è il tema dell’inflazione: «Se dovesse tornare a galoppare, come prospetta qualcuno e come non succede da anni, allora si porrebbe un serio tema di adeguamento stipendi». Più che la possibilità di tornare a licenziare Lattuca teme lo sblocco degli sfratti: «Lì qualche dato in più lo abbiamo, si parla di unità, ma ci aspettiamo di dover affrontare delle criticità in più e siamo pronti ad affrontarle».

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