Economia, la guerra frena la crescita: le provisioni per la provincia di Rimini

Rimini

La guerra in Ucraina, insieme all’emergenza pandemica non definitivamente risolta, frenano l’economia europea e in particolare quella italiana. Il rincaro di energia e la carenza di altre materie prime, contribuiscono ad aggravare lo scenario nel nostro Paese, dove, peggiorano tutti gli indicatori per l’industria, i servizi sono in stallo e la dinamica delle esportazioni è attesa debole. Nell’Eurozona, inoltre, pesano incertezza e sfiducia e i tassi di interesse a lungo termine sono in rialzo, intanto gli USA risentono dell’inflazione, anche se partono bene nel 2022, e il Covid penalizza la Cina, che rallenta – commenta Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera di commercio della Romagna –. In questo contesto, molte delle sfide che, anche nel nostro territorio, abbiamo davanti non possono essere risolte solo a livello locale. L’economia emiliano-romagnola è fortemente interconnessa con le dinamiche nazionali, europee e internazionali, sia che si parli di attrattività turistica, sia che si pensi al ruolo dell’export. Tuttavia, il fatto di essere immersi in dinamiche geopolitiche complesse non riduce la responsabilità e il ruolo che ognuno di noi è chiamato a svolgere a livello territoriale. Tutto il contrario, ogni cambiamento inizia dalla responsabilità personale. Tutti abbiamo davanti la sfida di ripensare i modelli che si erano consolidati nel passato per rispondere ai nuovi bisogni che sono emersi o che gli avvenimenti degli ultimi anni e degli ultimi mesi hanno accelerato. A questo sono chiamate le Istituzioni tutte, nazionali e locali. In particolare, come Camera di commercio, in stretta collaborazione con le associazioni di categoria e con i diversi corpi intermedi, abbiamo il compito di svolgere il ruolo di agenzia per lo sviluppo territoriale e per questo ci impegniamo”.

I dati del territorio Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

I dati di previsione per il 2022 (Scenari Prometeia, aprile 2022) per il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) rilevano un  incremento del valore aggiunto  pari al 2,3%, con un calo di ben 1,8 punti percentuali rispetto all’aumento previsto lo scorso gennaio (+4,1%), leggermente inferiore al dato regionale (+2,4%) e appena superiore a quello nazionale (+2,2%). Il 2021, nel complesso, viene archiviato con una crescita del 6,0%.

L’espansione della ricchezza stimata nel 2022 è rilevante per le Costruzioni (+9,2%), grazie agli incentivi previsti per il settore, ma coinvolge anche i Servizi (+2,6%); stabile l’Agricoltura (+0,2%); in leggera diminuzione, invece, il valore aggiunto nel Manifatturiero (-0,2%).

Anche l’export per il 2022 è previsto in crescita (+3,7%), ma qui il ridimensionamento risulta essere maggiore di quello che ha caratterizzato il valore aggiunto: -5,9 punti percentuali, infatti, rispetto alle stime di inizio anno (+9,6%). In tale contesto, comunque, la dinamica delle esportazioni dovrebbe essere migliore dell’incremento regionale (+3,4%) e nazionale (+3,3%).

Stimati in aumento anche i redditi delle famiglie (+3,8% rispetto al +4,1% stimato precedentemente), con un trend analogo a quello regionale e apena superiore al dato nazionale (+3,6%), mentre il valore aggiunto per residente (pari a 27.500 euro) risulta maggiore di quello dell’Italia (26.200 euro) ma più contenuto rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (31.800 euro).

Sul fronte del mercato del lavoro, il territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini), nel 2022, sarà caratterizzato da tassi di attività e di occupazione (rispettivamente, 71,6% e 66,7%) migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 65,3% e 58,8%) ma peggiori dello scenario regionale (73,0% e 69,0%); stesso discorso per il tasso di disoccupazione previsto (6,7%), in crescita rispetto al 2021 (6,3%) (nel 2022, Emilia-Romagna: 5,6%, Italia: 9,9%).

La produttività per addetto (63.200 euro), infine, è stimata per il 2022 ancora inferiore ai territori di riferimento (70.600 euro in Emilia-Romagna, 68.000 euro in Italia).

Lo scenario previsionale per la provincia di Rimini

I dati di previsione per il 2022 (Scenari Prometeia, aprile 2022) per la provincia di Rimini rilevano un  incremento del valore aggiunto  pari al 2, 2 %, con un calo di ben 1,5 punti percentuali rispetto all’aumento previsto nello scorso gennaio (+3,7%); variazione inferiore al dato regionale (+2,4%) ma in linea con quello nazionale (+2,2%).

Il 2021, nel complesso, viene archiviato con una crescita del 5,2%.

L’espansione della ricchezza stimata nel 2022 è rilevante per le Costruzioni (+7,8%), grazie agli incentivi di sostegno al settore, ma coinvolge anche l’Agricoltura (+2,5%) e i Servizi (+2,3%); sostanzialmente stabile, invece, il valore aggiunto nel Manifatturiero (+0,1%).

Anche l’export per il 2022 è previsto in crescita (+2,8%), ma qui il ridimensionamento risulta essere maggiore di quello che ha caratterizzato il valore aggiunto: -3,7 punti percentuali, infatti, rispetto alle stime di inizio anno (+6,5%). In tale contesto, peraltro, la dinamica delle esportazioni, pur positiva, dovrebbe essere peggiore di quella regionale (+3,4%) e nazionale (+3,3%).

Stimati in aumento anche i redditi delle famiglie (+ 3,5%; +3,8% la stima precedente), con un trend inferiore a quello regionale (+3,8%) ma sostanzialmente in linea con la variazione nazionale (+3,6%), mentre il valore aggiunto per residente (pari a 26.000 euro) risulta minore sia di quello dell’Italia (26.200 euro) sia, soprattutto, rispetto a quello dell’Emilia-Romagna (31.800 euro).

Sul fronte del mercato del lavoro, la provincia riminese, nel 2022, sarà caratterizzata da tassi di attività e di occupazione (rispettivamente, 71,4% e 65,6%) migliori del contesto nazionale (nell’ordine, 65,3% e 58,8%) ma peggiori dello scenario regionale (73,0% e 69,0%); stesso discorso per il tasso di disoccupazione previsto (8,1%), in crescita rispetto al 2021 (7,4%) (nel 2022, Emilia-Romagna: 5,6%, Italia: 9,9%).

La produttività per addetto (60.600 euro), infine, è stimata per il 2022 ancora inferiore ai territori di riferimento (70.600 euro in Emilia-Romagna, 68.000 euro in Italia).

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