Turismo in Romagna, tanta pressione e poca crescita: lo studio del Touring Club

RIMINI. Il turismo nell’era post Covid è cresciuto più in Italia che in Romagna. Qui, rispetto al resto del Paese, si registra una minore incidenza di visitatori stranieri e un maggiore indice di pressione turistica sul territorio così come una maggiore presenza alberghiera. Sono solo alcuni degli spunti che emergono dallo studio pubblicato nei giorni scorsi “Il turismo nelle province italiane: un’analisi di domanda e offerta” a cura del Centro Studi del Touring Club Italiano.

L’indagine analizza i dati Istat che come risaputo non riescono a “misurare” proprio tutti i movimenti e le presenze. Tuttavia offre indicazioni importanti. Il quadro nazionale parla di un settore che nel 2024 ha raggiunto i 466 milioni di presenze, il 7% in più rispetto al 2019. Nello stesso periodo sono aumentati i posti letto extralberghieri (+10%, ma soprattutto gli alloggi gestiti in forma imprenditoriale con il +34%) ma anche quelli alberghieri (+1%). Turismo, settore importante per il Belpaese che si stimi valga il 6% del Pil italiano o addirittura il 13% se si considera la filiera.

Le prime note negative per la Romagna arrivano dalla classifica sulle presenze. Rimini figura al settimo posto dopo, nell’ordine, Roma, Venezia, Bolzano, Trento, Verona e Milano e davanti a Napoli, Firenze e Brescia. Nella top ten solo Rimini (-7%) e Firenze (-17%) calano rispetto al 2019. Tutte le altre registrano il segno più a cominciare da Roma (+37%) che ha scavalcato Venezia. In Romagna vanno meglio la provincia di Ravenna (13esima con una crescita dell’1%) e quella di Forlì-Cesena (ventesima con un +5%) ma comunque al di sotto della media di crescita nazionale.

Per quanto riguarda la durata del soggiorno Forlì-Cesena è ottava con 4,8 giorni, Ravenna 19esima (4,2) e Rimini 22esima (4,0). Molto basso invece l’indice di internazionalità. Rimini, con il 28% di turisti stranieri, è al 77esimo posto nazionale. Ravenna è 85esima (23%), Forlì-Cesena 92esima (19%). In questo caso la media italiana è del 54% con punte dell’83% a Como, del 79% a Firenze, del 77% a Venezia, del 72% a Roma. E proprio gli stranieri sono decisivi nei territori in cui si registra crescita.

Campeggi e villaggi turistici, alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, agriturismi, ostelli, case per ferie, B&B: sono tutte forme di attività extralberghiera, quelle che negli ultimi 5 anni in Italia sono cresciute di più (+17%). Ebbene la provincia di Rimini è al secondo posto per incidenza invece di presenze alberghiere: il 91%. In Italia è seconda soltanto a Frosinone. Ravenna e Forlì-Cesena sono 46esime (66%). Media nazionale al 61%. Per quanto riguarda le notti in strutture extralberghiere spiccano le crescite di Pescara (+305%) e Bologna (+115%) in cinque anni.

Il Touring poi misura la pressione turistica sul territorio e sui residenti mettendo a rapporto presenze su superficie e su popolazione. Nel primo caso Rimini svetta con 44,5 presenze giornaliere ogni kmq, davanti a Venezia con 42,8 e Napoli con 33,3. Ravenna è 12esima con 9,7, Forlì-Cesena 21esima con 6,6. Anche per quanto attiene invece alla pressione per residenti i valori sono alti. Rimini è terza con 120,8 presenze giornaliere ogni abitante, dietro a Bolzano e Venezia. Ravenna è 15esima (46,80) e Forlì-Cesena 18esima (39,71).

Rimini è al quinto posto per posti letto totali (oltre 168mila) ma ne perde il 4% e cala di due posizioni in classifica scavalcata da Verona e Trento. Ravenna è 19esima con 82mila posti letto (+7%). Forlì-Cesena 24esima con 60mila (-1%). Quanto a numero di posti letto per territorio e per popolazione residente, Rimini è al comando di queste due classifiche (altro indice di pressione turistica): ci sono 496,9 posti letto ogni mille abitanti. In pratica ogni due abitanti c’è un posto letto. In quest’ultima classifica Ravenna è 16esima (212,2) e Forlì-Cesena 24esima (153,0).

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