Rimini vola alto, estate da record per il “Fellini”: “Strategici i voli con Londra e Barcellona”

Un’estate da record in corso, il taglio delle tasse aeroportuali come ulteriore spinta. E all’orizzonte Routes 2026 che si terrà a maggio a Rimini, una grande opportunità per ampliare la rete dei collegamenti aerei, attrarre nuovi vettori e rotte, promuovere il turismo incoming e migliorare l’accessibilità del territorio.

Il presente e il futuro per l’aeroporto “Fellini” che in una stagione a tratti difficile dal punto di vista turistico per la Riviera ha mostrato di poter essere la porta di arrivo in Romagna. L’estate 2025 ha visto un aumento dei collegamenti con hub strategici come Londra e Barcellona. E l’annuncio del presidente della Regione Michele de Pascale del taglio alla pressione fiscale per gli scali sotto il milione di passeggeri annui (un provvedimento che riguarda in pieno Rimini, ma anche Forlì) apre a scenari concreti per rafforzare ulteriormente la competitività dello scalo romagnolo guidato dall’amministratore delegato di AIRiminum, Leonardo Corbucci.

La stagione estiva di un aeroporto prosegue fino a ottobre, ma il ritorno sui banchi di scuola consente di tracciare un quadro, seppur non esaustivo, almeno tendenziale dell’andamento dei mesi clou. Dottor Corbucci, cosa ha rappresentato l’estate 2025 finora per il Fellini?

«Fornire un bilancio definitivo è prematuro, vista la prosecuzione della stagione estiva fino a ottobre; tuttavia, i dati raccolti sinora sono estremamente significativi. Nei primi 8 mesi, l’aeroporto ha raggiunto il 95% del volume complessivo registrato nell’intero 2024, registrando un incremento di quasi il 40%. Questo risultato, il migliore di sempre sotto la nostra gestione, testimonia la credibilità del progetto AIRimum che ha attratto compagnie di rilievo come EasyJet, British Airways e Vueling, impegnate in progetti strategici di medio termine sulla destinazione. Tali investimenti hanno portato all’attivazione di nuovi collegamenti verso London Gatwick, Basilea, London Heathrow e Barcellona. Ryanair ha incrementato i volumi del 20%, servendo otto importanti destinazioni europee e italiane, mentre Wizzair, operativa su Tirana, ha visto crescere le proprie performance nei primi otto mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 del 15% passando dai 43.048 passeggeri con 226 voli tra gennaio e agosto dello scorso anno ai 49.602 viaggiatori su 242 voli di questi primi 8 mesi».

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In un’estate non semplice per il turismo italiano, scorrendo l’elenco di arrivi e partenze dall’aeroporto di Rimini la sensazione è quella di una struttura che si sta ritagliando connessioni importanti con gli snodi nevralgici europei e con rilevanti potenzialità. Quali sono le priorità strategiche per i prossimi anni e quali mercati state puntando a consolidare per rafforzare l’aeroporto di Rimini nel panorama internazionale?

«Dopo la crisi pandemica e la contrazione del mercato russo, che in passato incideva per il 70% sul traffico totale, si è reso necessario diversificare le strategie commerciali. Nel 2025, il Regno Unito è stato lanciato come nuovo mercato di riferimento, con 10 collegamenti settimanali verso i 3 principali aeroporti londinesi. Questo oggi possiamo considerarlo un progetto di successo se si osserva il load factor del 92% registrato ad agosto. In parallelo, la Spagna è entrata tra le destinazioni con il volo per Barcellona. Nel prossimo triennio l’obiettivo sarà consolidare i mercati di Nord Europa e Regno Unito, sviluppando nuove destinazioni leisure point to point sia con le compagnie già presenti che con nuovi partner. Particolare attenzione sarà posta all’aumento dei collegamenti con i principali hub europei e italiani, spesso coincidenti con le capitali, lavorando con le cosiddette network carrier che ci aiuteranno a sviluppare voli con operatività annuale e favorire anche il traffico business. Un esempio significativo che giustifica la percorribilità di tale ambizione è il collegamento British Airways su London Heathrow, che con un load factor del 91% ad agosto, dimostra anche a questo mercato le potenzialità della catchment area di Rimini. Inoltre, è nostra intenzione avviare azioni promozionali finalizzate all’apertura di nuovi voli su Turchia e Medio Oriente, in attesa di una futura riapertura dei mercati russo e ucraino».

In passato c’è stata la sensazione che l’aeroporto fosse in qualche maniera un’istituzione a parte rispetto alla città, forse non considerando le ricadute dirette e indirette per il territorio. In che modo la crescita dello scalo può tradursi in un valore aggiunto per il turismo e l’economia della Riviera, e come intendete collaborare con istituzioni e operatori locali?

«Per quanto ci riguarda, possiamo parlare direttamente del rapporto con il territorio a partire dal 2015, pur consapevoli che qualche vicissitudine precedente ha inevitabilmente guastato l’immagine dello scalo. Credo che ci sia un legame di fiducia da ricostruire e sono convinto che riusciremo in questo intento portando sempre più voli e abituando i romagnoli a partire dall’aeroporto sotto casa. L’effetto principale di uno scalo sviluppato si traduce immediatamente in un potenziamento dell’economia locale e nella creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per residenti. Secondo Cassa Depositi e Prestiti, ogni milione di passeggeri genera un indotto di circa 800 milioni di euro. Nel 2025, i 430mila passeggeri movimentati dovrebbero generare un impatto stimato vicino ai 350 milioni di euro. L’impegno è volto a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di utilizzare l’aeroporto locale, valorizzando i vantaggi in termini di risparmio di tempo e costi rispetto ai voli da scali più distanti. Il successo dell’aeroporto coincide con quello della destinazione e dell’intero territorio; per questo, si mira a rafforzare la collaborazione con enti e operatori locali, rendendo lo scalo un vero punto di riferimento per la Riviera».

è ovviamente prematuro parlare di destinazioni per i prossimi mesi, che solitamente vengono definite in autunno inoltrato, ma quali sono oggi le principali sfide per un aeroporto come quello di Rimini, che si ritrova tra un grande hub come Bologna e altri scali regionali, e come pensate di differenziarvi?

«La fortuna di uno scalo dipende strettamente dal territorio di riferimento. Rimini vanta un patrimonio di contenuti e attrazioni che, adeguatamente valorizzati, possono generare importanti flussi di passeggeri sia in entrata che in uscita. La sfida dei prossimi anni sarà far percepire il potenziale della destinazione alle compagnie aeree, molte delle quali inconsapevoli attualmente già servono la zona tramite altri aeroporti. Un momento cruciale sarà rappresentato da Routes Europe 2026, il principale evento dell’industria aviation che si terrà a Rimini nel maggio prossimo. L’evento, di portata internazionale che torna in Italia dopo 15 anni, riunirà a Rimini i rappresentanti di 300 aeroporti europei, 100 compagnie internazionali e 30-40 destinazioni turistiche. Questo risultato, frutto della collaborazione tra Regione, Apt e Comune, garantirà a Rimini grande visibilità tra gli addetti ai lavori e costituirà una leva importante per lo sviluppo futuro dello scalo, con l’auspicio di fidelizzare sempre più nuovi operatori oltre il 2026».

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