Marrone Biondo in Emilia-Romagna: il raccolto 2025 è il migliore degli ultimi 20 anni

«L’annata 2025, per il marrone biondo, è da ricordare. Non è stato da record assoluto, ma è certamente il miglior raccolto degli ultimi 20 anni». Lo afferma Renzo Panzacchi, presidente dell’Associazione dei Castanicoltori dell’Emilia-Romagna.

«È molto positivo il fatto - continua il presidente - che per il secondo anno consecutivo si sia ritornati sui livelli produttivi pre-cinipide (vespa cinese). La resa media per ettaro è stata pari a 1 tonnellata, con valori di punta fino a due tonnellate nei castagneti gestiti correttamente e con un sesto d’impianto regolamentare di 80/100 castagni».

La resa di 1 t/ha va considerata al netto del bacato (storico problema della castanicoltura tradizionale) che ha provocato un danno del 40/50%. Dove è stato utilizzato il metodo della confusione sessuale con i feromoni, il danno è sceso al 18/25%.

Buone le pezzature, giuste per il mercato, pur se sono mancati i calibri 40/50, il cosiddetto “fiorone”. L’andamento climatico ha contribuito al risultato finale per una serie di motivi: prima di tutto l’abbondante fioritura è stata seguita da un’ottima allegagione.

«In seconda battuta - prosegue Panzacchi - le abbondanti piogge primaverili e, pur se meno abbondanti, anche quelle di fine agosto/metà settembre hanno consentito di alimentare e portare a maturazione la grande quantità di ricci presente sulle chiome. Il periodo della raccolta è stato caratterizzato dalla totale assenza di piogge, rendendo più agevoli le operazioni di raccolta manuale. Condizioni perfette anche per l’impiego delle macchine aspiratrici, il cui numero è in costante aumento a causa della difficoltà di reperire manodopera».

Sono stati più penalizzati i raccolti alle quote più basse, fino ai 350/400 metri, dove le temperature estive molto elevate hanno limitato lo sviluppo dei ricci, condizionando i calibri. «I prezzi medi - conclude il presidente - in generale sono stati soddisfacenti, tra 4,5/5 €/kg per il produttore».

Gli fa eco anche Ombretta Farneti, coordinatrice dell’associazione Marrone dolce di Pieve di Rivoschio, realtà che raggruppa una trentina di produttori di marroni nelle montagne di Sarsina (Forlì-Cesena). «A parte qualche attacco di cydia, l’annata può essere definita perfetta - continua Farneti - da tutti i punti di vista. Noi siamo un piccolo gruppo di castanicoltori, ma ci mettiamo il cuore. Presidiamo il territorio e manteniamo viva la nostra vallata. Ora, anche grazie al Bando promosso dalla regione Emilia Romagna, diversi di noi possono ottenere piccoli contributi per recuperare vecchi castagneti abbandonati».

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