Legacoop Romagna: “Le nostre imprese tengono, ma la Finanziaria non dà risposte”

Economia & Business
  • 23 dicembre 2025

Nel 2025 il 64% delle cooperative associate a Legacoop Romagna chiuderà in utile, il 20% in pareggio e il 16% in perdita, in sostanziale allineamento rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Così Legacoop Romagna in una nota.

Venendo alle prospettive per il 2026, permane una percezione di apatia economica anche fra i cooperatori che, nel 58% dei casi pensano al prossimo anno come caratterizzato da stagnazione; cresce il 28% delle imprese e prevede di calare il 14%.

«Le nostre imprese tengono – dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – ma si preparano ad un aumento del Pil che, secondo le migliori ipotesi, nel triennio 2025-2027 non supererà il 2%. Questa stanchezza si scontra con una Finanziaria che non dà risposte sulle tematiche ritenute più urgenti, a partire dai redditi. Al primo posto assoluto tra le questioni che la politica deve affrontare, infatti i cooperatori indicano la riforma del lavoro e dei salari (45%), seguita dalla riforma fiscale (34%) e dalla riforma del sistema sanitario (8%). I cooperatori sono consapevoli che il costo della vita è sempre meno allineato ai salari medi del paese, mettendo a dura prova il bilancio familiare di un numero sempre più alto di soci e dipendenti. Servono misure normative e fiscali per liberare risorse a beneficio dei lavoratori, da inserire in busta paga».

I dati del centro studi di Legacoop Romagna sono stati presentati dalla responsabile, Simona Benedetti, in occasione degli appuntamenti conclusivi dell’ottantesimo anniversario: «Cosa preoccupa le cooperative aderenti? La difficoltà a reperire la manodopera resta al primo posto – dice Benedetti –, ma cala in percentuale dal 63 al 53% (ormai è una condizione con cui misurarsi, più che una preoccupazione). Al secondo posto inflazione e calo dei consumi (che cresce dal 33 al 42%) e al terzo crisi economica; oltre il 21% dei cooperatori giudica preoccupante la spesa per il riarmo».

L’andamento 2025 per settore

«Nell’anno in corso – spiega Benedetti – tengono Agroalimentare e Produzione, sono performanti i Servizi, mentre mostrano qualche difficoltà le Sociali – sia di tipo A che di tipo B, prevalentemente a causa del mancato riconoscimento dell’aumento del costo del lavoro da parte delle stazioni appaltanti – e, soprattutto, le cooperative del comparto Culturmedia (1 su 3 dichiara un 2025 non brillante)».

Si conferma che, come negli anni passati, ad ottenere i risultati migliori (100% di positività) sono le cooperative di grandi dimensioni, mentre sono le piccole, ovvero quelle che hanno un fatturato fino a 10 milioni, che presentano risultati più altalenanti (42% in attivo, 31% in pareggio, 27% in perdita).

«Il valore della produzione – conclude la responsabile del centro studi – cresce per il 66% delle cooperative, confermando un andamento molto positivo che si protrae nell’intero periodo 2022-2025, in particolare per i settori Produzione (grazie agli ultimi effetti del Pnrr), Sociali, Agroalimentare e Servizi. Passa dal 34 al 42% la percentuale di imprese che ritiene molto influente la crescita debole dell’Italia sulle proprie performance (il 5% per nulla influente, il 53% poco influente). Il 64% delle cooperative ha avviato investimenti nel corso del 2025 (nel 2024 aveva investito una cooperativa su due); il 69%, inoltre, ha programmato investimenti nel prossimo triennio, in netto aumento sul 56% rilevato a fine 2024 per l’anno ancora in corso».

Il triennio 2022-2024

Nonostante la crescita lenta del Paese, nel corso del triennio 2022-2024 Legacoop Romagna è cresciuta. A inizio 2025 risultavano in crescita sia gli occupati (oltre 28mila) che il valore della produzione sviluppato dalle cooperative associate, con il fatturato, che supera gli otto miliardi (+5%). Sostanzialmente stabile il numero dei soci, che sono più di 320mila, e delle imprese associate, oltre 360.

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