Nel 2025 il 64% delle cooperative associate a Legacoop Romagna chiuderà in utile, il 20% in pareggio e il 16% in perdita, in sostanziale allineamento rispetto alla rilevazione dello scorso anno. Così Legacoop Romagna in una nota.
Venendo alle prospettive per il 2026, permane una percezione di apatia economica anche fra i cooperatori che, nel 58% dei casi pensano al prossimo anno come caratterizzato da stagnazione; cresce il 28% delle imprese e prevede di calare il 14%.
«Le nostre imprese tengono – dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – ma si preparano ad un aumento del Pil che, secondo le migliori ipotesi, nel triennio 2025-2027 non supererà il 2%. Questa stanchezza si scontra con una Finanziaria che non dà risposte sulle tematiche ritenute più urgenti, a partire dai redditi. Al primo posto assoluto tra le questioni che la politica deve affrontare, infatti i cooperatori indicano la riforma del lavoro e dei salari (45%), seguita dalla riforma fiscale (34%) e dalla riforma del sistema sanitario (8%). I cooperatori sono consapevoli che il costo della vita è sempre meno allineato ai salari medi del paese, mettendo a dura prova il bilancio familiare di un numero sempre più alto di soci e dipendenti. Servono misure normative e fiscali per liberare risorse a beneficio dei lavoratori, da inserire in busta paga».
I dati del centro studi di Legacoop Romagna sono stati presentati dalla responsabile, Simona Benedetti, in occasione degli appuntamenti conclusivi dell’ottantesimo anniversario: «Cosa preoccupa le cooperative aderenti? La difficoltà a reperire la manodopera resta al primo posto – dice Benedetti –, ma cala in percentuale dal 63 al 53% (ormai è una condizione con cui misurarsi, più che una preoccupazione). Al secondo posto inflazione e calo dei consumi (che cresce dal 33 al 42%) e al terzo crisi economica; oltre il 21% dei cooperatori giudica preoccupante la spesa per il riarmo».