Lavoro in Romagna, grandi numeri per Apofruit: “Circa 2mila persone impiegate, crescita del 20% in un anno”

Economia & Business
  • 03 novembre 2025

Apofruit Italia, cooperativa di produttori ortofrutticoli con oltre 2.600 soci in tutta Italia, vive un momento di grande crescita proprio in occasione del traguardo dei 65 anni dalla sua fondazione. Nel corso del 2025, infatti, è stato registrato rispetto al 2024 un incremento del 20% del personale impiegato nei dieci stabilimenti distribuiti lungo tutta la Penisola, dal Nord al Sud del Paese. Oggi, quindi, sono circa 2.000 le persone impiegate nei centri di lavorazione Apofruit.

“Questo è un risultato – commenta Ernesto Fornari, direttore generale del Gruppo Apofruit – che arriva come naturale conseguenza di un percorso intrapreso ormai da diversi anni e che ha visto sempre la nostra cooperativa investire nelle persone e nei territori. In un contesto economico complesso, abbiamo scelto di investire nel lavoro, nella continuità produttiva e nella crescita sostenibile. È la dimostrazione che, tramite un’aggregazione pianificata e organizzata, si può generare valore condiviso e contribuire concretamente al benessere delle comunità in cui si opera”.

In tutti gli stabilimenti Apofruit, quindi, le attività procedono a pieno ritmo e in molti casi a doppio turno. A Cesena si stanno completando le lavorazioni delle ultime susine Angeleno e si stanno avviando le campagne del kaki Tipo e del kaki mela Rosso Brillante. Sempre a Cesena e a Lavezzola è in pieno svolgimento il conferimento delle mele Pink Lady. A Scanzano Jonico, in Basilicata, dove recentemente lo stabilimento è stato raddoppiato a livello di superficie, si registra un importante aumento dei quantitativi di uva da tavola, cresciuti di circa il 20%, con duecento persone impegnate su un doppio turno tra il confezionamento dell’uva (centoquaranta addetti) e la lavorazione degli agrumi (sessanta addetti).

Un altro prodotto che ha dato un forte impulso occupazionale è il kiwi, in particolare il giallo Zespri G3, che ha visto la produzione lievitare in un solo anno da 170 a 250 mila quintali. Il kiwi viene lavorato dal Nord al Centro Italia, negli stabilimenti di Forlì, San Pietro in Vincoli, Longiano - in quest’ultimo si concentra il prodotto biologico – e Aprilia. Ad Altedo si continua con la lavorazione di pere e orticoli come cipolle e patate, mentre nello stabilimento di Donnalucata, in Sicilia, sono pienamente operative le linee dedicate ai pomodori, dal ciliegino al datterino fino al cuore di bue. Importante anche il ruolo dello stabilimento interno al Centro Agroalimentare di Roma, che lavora dodici mesi l’anno garantendo continuità operativa e presenza costante sul mercato nazionale.

“Non si tratta peraltro di un picco di lavoro temporaneo – sottolinea Fornari – ma di una crescita strutturale destinata a proseguire almeno per i primi mesi del prossimo anno, per poi riprendere con l’avvio della nuova stagione primaverile-estiva. La stagionalità delle nostre produzioni, infatti, da tempo si è completamente ribaltata: oggi le campagne autunno-invernali rappresentano il 70% dei quantitativi conferiti dai nostri soci, contro il 30% delle produzioni primaverili ed estive, che anni fa erano prevalenti. Questo ci consente di garantire maggiore continuità lavorativa e una presenza strutturata nei nostri stabilimenti”.

Un ruolo importante nel coordinamento delle nuove assunzioni e nella gestione operativa a livello nazionale è svolto dal nuovo direttore operativo Raffaele Rossi, entrato in carica lo scorso luglio, che sta assicurando un efficace raccordo tra le diverse sedi e una pianificazione uniforme delle attività.

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