Hera. I sindacati interrompono le relazioni, iniziative in vista

Economia & Business
  • 27 febbraio 2024

BOLOGNA. Il confronto c’è stato, la ricucitura della rottura invece no. Con un comunicato congiunto, le sigle sindacali presenti in Hera, assieme al coordinamento dei delegati, annunciano che “non possono che confermare la mobilitazione con la richiesta di apertura della procedura di raffreddamento e conciliazione” inviata lo scorso 22 febbraio. In caso di esito negativo di questa procedura mediazione il passo successivo saranno le azioni di lotta (tra cui la possibilità di indire sciopero). Nel frattempo, “si stanno concludendo le assemblee in ogni posto di lavoro che vedono una straordinaria partecipazione di lavoratrici e lavoratori” mentre il coordinamento sindacale fa sapere di interrompere “ogni incontro con l’azienda in ogni sede e in ogni territorio. Servono risposte concrete, non proclami, nell’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici del Gruppo Hera, dei lavoratori dell’indotto e del territorio”. In calce le firme del coordinamento Rsu e delle sigle di Cgil (Filctem e Fp), Cisl (Femca, Flaei e Fit), Uil (Uiltrasporti e Uiltec) e Cisal (Fiadel). Nella nota congiunta spiegano anche che “dopo la rottura delle trattative, il 13 febbraio scorso, l’azienda ha pubblicato sul portale aziendale un comunicato per informare i lavoratori sugli incontri sindacali degli ultimi mesi, limitandosi ad enunciare i temi trattati senza specificare quali fossero le loro posizioni. I tavoli tecnici non danno soluzioni se manca la volontà di affrontare fino in fondo le questioni poste”.

E dunque rimangono sul tavolo tutte le questioni che da fine gennaio dividono sindacati e utility. Ad esempio su vari tipi di contratti applicati ai lavoratori che i loro rappresentanti vorrebbero ricondotti ad una maggiore uniformità e ‘aderenza’ alle caratteristiche di Hera per evitare il ricorso a meccanismi improntati al risparmio. Qui “l’azienda si riserva semplicemente di fare delle valutazioni in termini di costi senza dare risposte rispetto alla modifica dei contratti applicati a 1.531 lavoratori”. Sugli appalti mancherebbero “risposte rispetto ad internalizzazioni, all’aumento delle attività o ai contratti da applicare”. Sullo smart working, si legge nella nota sindacale congiunta, “l’unica attenzione dell’azienda è relativa ai costi e sull’aumento della produttività evidenziando, allo stesso tempo, dubbi e perplessità sul lavoro da remoto in mancanza di controllo diretto”, mentre sul riposo giornaliero si rimanda al tavolo nazionale del contratto la modifica delle regole. Capitolo organici. Hera, spiegano i sindacati, dichiara “che il gruppo è cresciuto di 756 unità, non specificando come. Di questi solo 23 sono assunzioni nuove, il resto derivano dall’acquisizione di altre società e con contratti non del perimetro Confservizi (gas-acqua, elettrico e ambiente). La risposta dell’azienda su questo tema è il mantenimento della linea, nonostante le numerose uscite per dimissioni e pensionamento previste e l’acquisizione di nuove attività”. Sono alcuni temi di cui appunto Hera e sindacati discutono da fine gennaio: il 7 febbraio fu annunciata la prima rottura seguita da una mano tesa della azienda alla ripresa del dialogo, sfociata però nel comunicato di ieri delle sigle che dicono di non aver sentito risposte che cercavano nei vari tavoli.

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