Eco-ansia: nuovo disturbo mentale causato dai cambiamenti climatici

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C’è un fenomeno psicologico emergente che tocca la sostenibilità ambientale. Uno studio del settembre 2021 pubblicato sulla rivista Lancet Planetary Health, svolto in 10 Paesi del mondo, ha dimostrato che le percezioni dei giovani sul cambiamento climatico stanno compromettendo la loro salute mentale. I risultati sono chiari: l’84% degli intervistati si è detto preoccupato per questo fenomeno (il 59% è ‘molto preoccupato’). Oltre il 50% si sentiva triste, ansioso, arrabbiato, impotente, impotente e colpevole. Più del 45% degli intervistati ha affermato che i propri sentimenti riguardo al cambiamento climatico hanno influenzato negativamente la propria vita quotidiana, e molti hanno riferito un numero elevato di pensieri negativi sul cambiamento climatico.

Gli intervistati hanno valutato negativamente la risposta dei governi al cambiamento climatico e hanno parlato di maggiori sentimenti di tradimento invece che di rassicurazione. Le correlazioni, secondo gli studiosi dell’Università di Bath, hanno indicato che l’ansia e il disagio climatico sono significativamente correlati alla risposta inadeguata percepita dalle istituzioni. Questi dati hanno messo in luce un fenomeno che negli ultimi anni sembra essere sempre più forte: l’eco-ansia.

Ad oggi non c’è una definizione precisa, ma un recente report dell’Apa, l’American Psychological Association, l’ha definita una «paura cronica del destino ambientale». Il termine venne usato per la prima volta nel 1990 dalla giornalista del Washington Post, Lisa Leff e un recente studio australiano dell’Università del New England ne ha tracciato anche un profilo delle persone che ne sono maggiormente affette: in prima linea ci sono i più giovani.

Ma nella varietà dei disturbi ce n’è un arcobaleno: c’è il ‘dolore ecologico’, che spiega quello provato in risposta a perdite vissute o previste nella natura, la solastalgia (il disagio che viene prodotto dal cambiamento ambientale che colpisce le persone mentre sono direttamente collegate al loro ambiente domestico), l’eco-angs (una disperazione per le fragili condizioni del pianeta), il disagio ambientale (l’esperienza vissuta dalle persone della desolazione dell’ambiente).

Gli studi hanno evidenziato i comportamenti fisici negativi associati al cambiamento climatico, con la sperimentazione di attacchi di panico, e reazioni emotive avverse come irritabilità, debolezza, insonnia, tristezza, depressione, intorpidimento, impotenza, disperazione, senso di colpa, frustrazione o rabbia, e il sentirsi spaventati o incerti.

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