È il cambiamento climatico che mette paura: più del Covid

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Fa più paura il cambiamento climatico del Covid. È questa la fotografia fatta da uno studio realizzato da Ipsos per #Climateofchange, una campagna di comunicazione europea che vede la firma dall’organizzazione italiana We World che da mezzo secolo difende i diritti di donne e bambini in 27 Paesi del mondo. Secondo il lavoro di ricerca circa il 50% dei giovani che hanno meno di 35 anni sono preoccupati più del surriscaldamento globale che della diffusione delle malattie infettive proprio la Covid-19. Le patologie, infatti, si fermano solo al 36%. Ma c’è molto di più: il 75% di coloro che ha tra i 15 e i 35 anni è molto o mediamente motivato a vivere in modo sostenibile. Netta la posizione dei giovani italiani: oltre l’80% ritiene le abitudini di consumo non ambientalmente sostenibili. Dall’indagine emergono anche le abitudini green che i giovani europei adottano sempre o frequentemente comprese le buone pratiche: tra queste, il differenziare i rifiuti per il riciclo (79%), cercare di risparmiare energia a casa (78%), non sprecare i rifiuti alimentari (80%). A livello generale, invece, nell’85% dei casi i giovani hanno una dieta comprendente carne e pesce, a fronte di un 6% di vegetariani e di un 5% di “pescetariani!, cioè di quelli che mangiano pesce ma non la carne. Una percentuale pari a un terzo (il 31%) evita di comprare spesso nuove cose, mentre il 37% acquista prodotti del commercio equo e solidale e alimenti biologici.

Consapevoli dei riflessi socio economici, i giovani sono anche pronti ad azioni incisive: è frequente il voto per politici che danno la priorità alla risoluzione di queste problematiche, intercettando il 25% della platea degli under 35. Il 20%, invece, ha boicottato i prodotti commerciali come forma di protesta. La percentuale di chi è molto motivato a vivere in modo sostenibile è più alta tra le giovani donne rispetto agli uomini (22% contro il 15%), tra le persone con un livello elevato di istruzione rispetto a quelle con un livello di istruzione minore (21% contro l’11%), tra coloro che vivono nelle aree urbane rispetto a quelli che vivono nelle aree rurali (20% contro il 16%), e tra quelli che hanno votato di recente alle elezioni rispetto a quelli che non lo hanno fatto (21% contro l’11%, escludendo quelli che erano troppo giovani per votare).

I giovani dell’Europa meridionale sono più spesso molto motivati (il 23% rispetto al 17% dei giovani dell’Europa Occidentale e dell’Europa dell’Est). Il 55% degli intervistati è d’accordo sul fatto che le persone devono avere la possibilità di migrare per sfuggire a condizioni meteorologiche estreme e cambiamenti ambientali. Inoltre la metà dei giovani europei (50%) conviene sul fatto che i migranti climatici debbano godere della stessa protezione legale accordata alle persone che fuggono da guerre o persecuzioni. Dunque, la preoccupazione principale delle giovani generazioni è la sostenibilità, inserita prioritariamente nell’agenda del loro stile di vita. Una rivoluzione green che parte dal basso e che si traduce anche in piccole azioni quotidiane.

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