Dürer, la Madonna del patrocinio e la mostra di Bagnacavallo

Cultura

BAGNACAVALLLO. Sono passati cinquant’anni da quando la Madonna del patrocinio di Albrecht Dürer lasciò Bagnacavallo, a seguito della vendita al collezionista Luigi Magnani. E oggi il Museo Civico delle Cappuccine e il Comune di Bagnacavallo hanno reso possibile il suo temporaneo ritorno, in occasione della mostra di arte grafica Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine.
«Un progetto – spiega il direttore del museo, Diego Galizzi – su cui lavoriamo da oltre un anno e che è nato in occasione di questo anniversario. Albrecht Dürer è considerato il padre dell’arte grafica, e dopo Goya e Klinger, la nostra mostra non poteva che essere dedicata a lui. Approfondiamo la figura di Dürer e raccontiamo le sue diverse anime, sia come artista che come uomo: metà nordico e metà italiano, metà medievale e metà rinascimentale. Dürer infatti nasce in un ambiente nordico medievale ma è fatalmente attratto dal Rinascimento italiano. Per questo possiamo considerarlo il fondatore del rinascimento nordico».
La storia
Una storia che ha dell’incredibile, quella della tavola di Dürer, e che viene ricostruita e raccontata all’interno della mostra. Era il 1961 e don Antonio Savioli, architetto e ricercatore, vide il dipinto all’interno del monastero delle clarisse cappuccine, pensò subito a Dürer e sottopose il quadro allo storico dell’arte Roberto Longhi, il quale senza alcuna esitazione disse «è Albrecht Dürer».
Da quel momento, è stata grandissima l’attenzione della stampa e degli studiosi, finché le monache del piccolo convento decisero di vendere il dipinto a un collezionista privato: si trattava di Luigi Magnani, creatore della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (ancora oggi proprietaria del dipinto), della cui collezione la Madonna del patrocinio costituisce la punta di diamante.
«Si tratta di un ritorno del tutto eccezionale – ha commentato la sindaca Eleonora Proni –; la Madonna del patrocinio oltre a essere un indiscusso capolavoro pittorico ha rappresentato per più di un secolo un importante oggetto di devozione per la cittadinanza bagnacavallese, e la sua vendita nel 1969 al collezionista Magnani e la conseguente partenza da Bagnacavallo, quasi improvvisa, senza alcun momento di esposizione pubblica, lasciò in città una ferita aperta».
«La Madonna – prosegue Galizzi – è rintracciabile nel monastero di Bagnacavallo a partire dalla metà dell’Ottocento, e vi era entrata con la fama di immagine miracolosa: le monache indissero una festa in suo onore, e abbiamo ritrovato dei santini all’acquaforte che veicolavano la devozione nei suoi confronti».
La mostra e il rientro della Madonna del patrocinio costituiscono un grande sforzo organizzativo: «Un lavoro corale dell’amministrazione – sottolinea Galizzi –, un vero lavoro di squadra. Il nostro tentativo, negli allestimenti, è sempre quello di comunicare il perché l’autore è un grande artista: le nostre mostre sono sempre molto raccontate».
E i risultati premiano questa modalità: a partire dalla mostra dedicata a Goya, nel 2017, le presenze al Museo civico delle Cappuccine si attestano sulle 10mila all’anno (a fronte di una media, negli anni precedenti, fra le 3000 e le 3500 persone).
Dürer, scrive Henri Focillon, storico dell’arte e incisore francese, «è un poeta e un matematico dello spazio, un teorico e un ispirato […] ha il privilegio dell’inquietudine, e in questo sta la sua qualità eroica».
Fino al 19 gennaio 2020 a ingresso libero. Orari: martedì e mercoledì, 15-18; giovedì, 10-12 e 15-18; da venerdì a domenica, 10-12 e 15-19. Aperture serali straordinarie fino alle 23.30 dal 26 al 29 settembre

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