Due tamponi e due misure: qualcuno riesce a spiegarci perchè OraSì-Unieuro non si è giocata?

Un altro rinvio. Il tanto atteso derby fra OraSì ed Unieuro non si è giocato e, perdonateci, ma questa volta proprio ne ignoriamo il perché. Ovvero, la motivazione è chiara, sta nell’intervento dell’Ausl Romagna che domenica mattina alle 11.30 ha messo in quarantena il gruppo squadra di Forlì, ma sinceramente il provvedimento convince pochino: nella sostanza e nelle motivazioni. E non la pensiamo così solo noi, perché anche le parole del direttore generale di Ravenna, Giorgio Bottaro, sembrano andare in questa direzione: “Dobbiamo prendere atto di questa decisione. Se ci aspettavamo questo rinvio? Va in controtendenza a quelle che sono state altre decisioni recenti, Cesena non più tardi di 7 giorni fa è andata a giocare a Rimini con 4 elementi in meno”.

Riassumendo. L’Unieuro è stata messa in quarantena causa due positività al Covid, ovvero Nicola Natali e Lorenzo Benvenuti, con quest’ultimo fuori per infortunio e sulla cui contagiosità per i compagni si potrebbe discutere all’infinito (non avrà certo fatto del 5 contro 5 con un ginocchio fuori uso …). Il blocco non impedirà, giustamente, a chi fra i giocatori dell’Unieuro ha avuto tre dosi di vaccino di continuare ad allenarsi (auto vigilanza e mascherina ffp2). Gli altri lavoreranno individualmente.

La stessa Ausl Romagna sia la settimana precedente, alla vigilia di Rimini-Cesena, che questa con Cesena-Ozzano, non ha però usato lo stesso provvedimento con i Tigers, alle prese con un numero di casi ben maggiore (almeno 4).

L’Ausl di Imola non ha bloccato l’Andrea Costa quando aveva 7 positivi e solo il numero necessario da protocollo per chiedere il rinvio ha consentito ai biancorossi di rinviare il match di Ancona. Potremmo continuare all’infinito con questi casi e molte volte, vedi proprio Cesena e Ozzano e Faenza-Civitanova (5 positivi fra i marchigiani, anche loro non bloccati dall’Ausl di riferimento), sono stati gli accordi fra le società a permettere lo spostamento di una partita (successe pure a inizio stagione con Rimini-Jesi). Quindi? Ognuno può trarre le proprie conclusioni.

Si attende il nuovo protocollo validato dal Ministero della salute come la panacea a tutti i mali, e speriamo sinceramente sia così, però resta la delusione per aver visto, pure in una situazione emergenziale, troppe volte prevalere gli interessi “personali” e sportivi. Va ribadito che, con una pandemia ancora ben dentro la nostra vita, l’equità competitiva non esiste a prescindere, per mille motivi (sanitari, tecnici, ambientali…). Sinceramente bisognerebbe capirlo e farsene una ragione, specie quando i campionati hanno saggiamente, deciso di andare avanti. Chissà se con la tanto attesa normativa, certe brutte abitudini passeranno. Chissà.

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