Due omicidi a Rimini per la vice questora

Cultura

RIMINI. Il giorno ha occhi, la notte ha orecchie. Fate attenzione a questa frase, e fate naturalmente attenzione al titolo, nell’apprestarvi a leggere Ci vuole orecchio, secondo romanzo della tetralogia che Gino Vignali – della celebre coppia Gino&Michele, ora in veste di solista – ha scelto di ambientare a Rimini e che già, dopo il successo del primo capitolo, La chiave di tutto, è in odore di serie tv. Confezionando una nuova storia per la nuova inchiesta della vice questora Costanza Confalonieri Bonnet – una bellezza che rischia, ma rischia solo, il crinale dell’antipatia per la sua perfezione – l’esordiente scrittore giallista Vignali con la sua penna vivace, l’inchiostro intriso spesso nelle battute, assembla un puzzle dove le tessere, che scivolano all’inizio come sul piano inclinato di una nave, alla fine si ricompongono una a una con un andamento che ti consegna poco a poco a quell’euforia che ti viene dal sorseggiare un Mojito al tramonto seduto al porto al bar della Jole: tra l’altro, «più o meno lì… è cominciato tutto» in questo nuovo caso, anzi nuovi casi, perché le indagini saranno questa volta due.

Da “riminese”, anche in questo secondo romanzo Vignali attraversa Rimini con precisione geografica in lungo e in largo, dal mare al centro, dal grattacielo alla collina. Nel primo romanzo, ambientato in inverno, a febbraio, aveva disseminato Rimini di cadaveri. Qui siamo in primavera e siamo di fronte all’omicidio di due giovani donne. Una contorsionista albanese, Furtuna, e Diamante, la donna più interessante di Rimini ma anche la più infelice: bella, ricca, colta, intelligente ma depressa.

Le donne in generale hanno un certo protagonismo in questi primi due romanzi. Sembrano tra l’altro svettare anche per intelligenza sugli uomini. Una scelta o è stato il caso?

«Non è voluto, ma in effetti è andata così. Quando sono partito due anni fa, avevo solo due certezze: la prima riguardava il fatto di ambientare i miei romanzi a Rimini, un posto che conosco molto bene ma è anche uno dei pochi luoghi in Italia non coperto dai giallisti. La seconda certezza era che la protagonista doveva essere una donna, sempre perché scarseggiano le donne investigatrici».

Costanza è una donna emancipata e anche disinibita. Come del resto l’amica Myrta, l’anatomopatologa…

«È vero!»

Si è ispirato a qualcuno?

«Alcuni dei personaggi sono riconoscibili. L’anatomopatologa è un po’ l’attrice Teresa Mannino. L’ispettore capo Orlando Seneca Appicciafuoco ha per me il volto di Silvio Orlando. Mentre dietro Leo Liverani, il “quasi padre” di Costanza e comico famoso, è riconoscibile Teo Teocoli».

Sembra congeniato per vedere queste storie al cinema o alla tv.

«I diritti sono già stati acquisiti dalla Igor Picture. Certo non sarà facile trovare qualcuno adatto al ruolo della protagonista, così perfetta. Poi devo ancora scrivere l’ultimo romanzo della serie. Il terzo invece è già finito».

Ci anticipa qualcosa?

«Si intitolerà La Notte rosa, perché l’evento criminale avverrà durante quell’evento. Dovrebbe uscire entro l’anno».

Invece il titolo di questo secondo romanzo è un esplicito omaggio a Enzo Jannacci..

«Jannacci è stato una persona molto importante per me e per Michele Mozzati. L’abbiamo frequentato tantissimo, poi nel 1980 abbiamo scritto insieme Ci vuole orecchio, che ci ha portato molta fortuna, ci ha aperto un sacco di porte. Però il titolo è arrivato alla fine. E anche su suggerimento di mia moglie. Quando ha preso forma il tutto è diventato automatico».

Nel romanzo abbondano i riferimenti cinematografici, dal sindaco cinefilo a Fellini soprattutto. Come mai questa scelta?

«Fellini non l’ho mai conosciuto, ma a Rimini è una presenza che si respira molto e non c’è dubbio che sin dall’inizio non avevo intenzione di ignorarlo. Nel primo romanzo la storia è legata ad Amarcord, qui c’è soprattutto il circo».

Oggi (ore 17) Gino Vignali presenterà il suo ultimo romanzo, edito da Solferino, al Fulgor di Rimini. In dialogo con l’autore, oltre al sindaco Andrea Gnassi, il comico Gene Gnocchi, mentre è prevista anche una lectio del critico d’arte Carlo Vanoni dal titolo La musica a colori: una lezione che accosta il libro di Vignali all’arte contemporanea… perché per tutto ci vuole orecchio.

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