Drusilla Foer: una “Venere nemica” croccante, magnetica e un po’ rancorosa

PREDAPPIO. “Venere nemica”, tratto da “Venere e psiche” di Apuleio, è il nuovo spettacolo di Drusilla Foer, attrice, cantante e intrattenitrice televisiva, tanto di difficile inquadramento (nasce come Gianluca Gori a Siena nel 1945) quanto di raro fascino, intelligenza, classe e ironia. Stasera la si può applaudire al Comunale di Predappio dalle 21, diretta da Dimitri Milopulos.
Drusilla, lei ha addirittura rielaborato “Amore e psiche”… e ne ha fatto – da comunicato stampa – una versione “croccante”. Ci esplica?
«È una favola e come tutte le favole contiene archetipi fondamentali, i grandi temi dell’umana natura: qui c’è la dea Venere tradita da uomini e dei e anche dal figlio, che va ad accoppiarsi con colei che viene creduta Venere in terra. C’era il rischio di fare uno spettacolo dalle tonalità indottrinanti, un po’ saccente e antipatico – non che la saccenza non sia un mio tratto – quindi abbiamo cercato di mantenere la “croccantezza” del personaggio Drusilla, che come si sa è una patatina non certo lessa, ma allegra e spiritosa. Ne è venuta fuori una cosa di ritmo e attitudine con un po’ di toscanaggine qua e là, per meglio rendere la dea rancorosa. Non è un lavoro palloso, anche se ha tratti drammatici intensi, anche noir».
I suoi spettacoli se li scrive da sola o è affiancata da altri autori?
«Me li faccio e me li canto… Abbiamo un po’ rimesso mano al testo, con il regista Dimiri, con cui lavoro da tanto».
E in questo non è sola in scena.
«Infatti c’è una deliziosa e talentuosa Elena Talenti, cantante, ballerina, attrice, che si è appassionata al nostro… caso, e offre un cameo prezioso di aiuto narrativo, da grande professionista. E poi per me è rassicurante non essere sola sul palco».
Tanto teatro alle sue spalle, ma il grande successo è arrivato con la tv, prima con Serena Dandini e poi con Piero Chiambretti. Se le affidassero un programma suo, che cosa proporrebbe?
«Mi piacerebbe fare l’almanacco del giorno dopo, un po’ svecchiato, col santo del giorno, rispondere alle lettere d’amore, un po’ colloquiale, senza ospiti che si scannano e senza mettere il dito nelle piaghe dei dolori delle persone».
Lei è interprete, intrattenitrice, ma anche cantante. Ci dicono di un suo prossimo disco con brani inediti, del resto Drusilla che fa le cover di altri sarebbe stato improponibile. O no?
«Sono anche un po’ così, mi piace cantare le canzoni tipo “Azzurro” in gita. Comunque posso dire poco: solo che ho registrato, ma è ancora tutto top secret».
Perché il nome d’arte di Drusilla Foer?
«Drusilla perché mio padre aveva una gemella morta giovane e si chiamava Drusilla, furono concepiti su un battello omonimo in America: mia nonna faceva un po’ la civetta con un marinaio e allora mio nonno volle marcare il territorio seduta stante. Foer perché è il cognome dell’ultimo marito che ho messo sotto terra».
Come sta andando questo suo tour?
«È un tour di rodaggio. E il riscontro è stato inaspettato. Pubblico entusiasta, spesso abbiamo fatto il sold out, ho avuto perfino delle standing ovation. Penso che sia arrivato al pubblico che ha espresso un sincero apprezzamento anche per il cambio di rotta, tipo di spettacolo, non solo cose buffe e che fanno pensare, come in televisione. Qui ci siamo messi a lavorare su un testo articolato, con una densità e un proprio peso specifico».
Conosce la Romagna? Se sì cosa? Però non mi cada nel banale con le solite piadina e liscio…
«In realtà adoro ballare il liscio, e poi i luoghi comuni sono tali in quanto… comuni. Avete una qualità della vita altissima, gente simpatica, cordiale, un’allegria a cui non sono abituata avendo vissuto a Bruxelles e Firenze, non particolarmente coinvolgenti dal punto di vista affettivo».
Domanda gossip: è single?
«Ma scherza, ho un piede nella fossa! Certo che sono single, anche se sto accettando la corte di un vicino di casa, vedovo come me. Tutte le settimane mi regala una bottiglia di… brodo, roba da anziani!».

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