Dove andiamo in vacanza

Come ogni anno, al momento di decidere per le vacanze è un dramma. Finché c’erano i figli piccoli, bene o male trovavamo un accordo, ma questa estate per la prima volta non verranno con noi, e io e mio marito litighiamo di continuo e non riusciamo a venirne a capo. Non siamo d’accordo su niente, lui è un tipo da spiaggia dalla mattina alla sera, poi a cena e poi a dormire, io vorrei andare in qualche posto nuovo, magari all’estero, a vedere musei e monumenti. Intanto le settimane passano, i prezzi aumentano e qui ci teniamo il muso e la tensione si taglia col coltello.

Ilenia

Pochi giorni fa leggevo di uno studio secondo il quale 3 coppie su 10 litigano per le vacanze. Non ricordo come andasse a finire (le 3 coppie litiganti si ricomponevano davanti a un fritto misto? Oppure le fratture erano insanabili e a settembre ciao?), ma ho pensato che la cifra mi pareva arrotondata al ribasso. Comunque, di nuovo temo che infrangerò un qualche testo sacro delle poste del cuore: ma ora che siete liberi dalle scelte obbligate dei pupi che bramano Gardaland per farsi la foto con Prezzemolo o vogliono stare con gli amichetti e quindi tocca transumare per la sedicesima estate di fila nel paese di nonna, direi che è il momento di fare quello che vi piace. Se non trovate una ovvia (ma, stando alla mail, improbabile) soluzione win-win, un po’ di giorni in spiaggia e un po’ per città d’arte, che ognuno vada dove vuole, senza musi né tensione. Questa mitologia della coppia fusionale in cui i gusti e le preferenze personali vengono annullati facendo scelte che finiscono per scontentare entrambi può facilmente essere bypassata, su. Se per un’estate si fa un esperimento non è l’apocalisse, non c’è un giusto e uno sbagliato. Suo marito si rilassa stando al mare, lei preferisce muoversi e guardarsi intorno: è così e stop. Magari potreste pensare ad un posto in cui lui possa stravaccarsi sulla sabbia e lei possa girare per escursioni, ma eviterei di arroccarsi nel fortino e vedere chi cede per primo, perché poi sai che disagio passare le ferie con uno/a che “io qui non ci volevo venire”. Poi per carità, gli equilibri di coppia sono imperscrutabili, per cui può capitare come a due ventennali coniugi che conosco: dopo aver litigato per mesi sulla scelta del luogo vacanziero con una ferocia che a confronto il conflitto israelopalestinese era un the per educande, hanno deciso per le vacanze separate, ma lui dopo poco ha detto alla moglie che “non si sapeva organizzare, perché quella brava a guardare su internet, prenotare e fare i bagagli era lei”. In quel caso la tentazione di mollare marito con trolley (semivuoto, si suppone) in stazione senza nemmeno accompagnarlo al binario capisco sia forte: per la cronaca, poi sono partiti insieme.

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