Ravenna, stop alla mascherina nei bar. I clienti increduli: "Possiamo davvero toglierla?"

Ravenna

RAVENNA - «Ma quindi è vero che posso toglierla?». La domanda è una costante tra i clienti che si sono presentati ai banconi dei bar di Ravenna in questi primi due giorni senza obbligo di indossare la mascherina negli spazi al chiuso. La sensazione è che in molti continueranno a porsi il dubbio ancora per un po’ di tempo, probabilmente confusi dal fatto che nel medesimo locale è possibile incontrare sia persone con mascherina che non. Difficile, però, individuare una tendenza univoca, e così anche le impressioni registrate direttamente da chi sta dietro al bancone variano a seconda del bar in cui si entra: «Prima della fine dell’obbligo – dicono le ragazze del Methiu’s Caffè, in piazza Caduti per la libertà – erano più le persone che entravano senza mascherina di quelle che la indossavano, ora sembra che sia il contrario». Refrattarietà a seguire le regole? In questi due anni ce ne sono stati diversi esempi ma forse, più semplicemente, questa volta si tratta solo di una percezione: mentre vigeva l’obbligo era più naturale accorgersi di chi non lo rispettava, mentre oggi che l’imposizione è decaduta a farsi notare sono soprattutto i volti coperti dal dispositivo di protezione. D’altronde c’è ancora chi calza la ffp2 mentre passeggia da solo all’aperto, a piedi o in bicicletta, ed è ormai diventata proverbiale anche la cautela di chi, alla guida dell’auto, la mantiene su naso e bocca pur non trasportando nessun altro. Le precauzioni non sono mai troppe, anche se l’uso dei gel igienizzanti per le mani, spesso languenti in angoli ignorati dai più, sembra non aver riscosso la stessa affezione delle mascherine. «Già prima molti entravano senza mascherina – commentano nel bar Rekìco di via Gordini – ma spesso domandano se davvero adesso non sia più obbligatoria. La gente deve ancora abituarsi». Opposte la impressioni di Umberto, barista al Grand Italia di Piazza del Popolo: «La nostra è principalmente una clientela di mezza età – racconta – e la maggior parte delle persone che entrano ha ancora la mascherina». Come riportano in molti, il fattore generazionale marca effettivamente una certa differenza, con i più anziani che tendono a indossare la mascherina più dei giovani. Ma non è un automatismo: basta recarsi fuori da scuola per osservare come diversi adolescenti, anche una volta terminate le lezioni, restino con naso e bocca coperti. Ma, oltre ai clienti, le regole sono cambiate anche per i lavoratori: «In questo caso – spiega Alessio Sammartino, coordinatore dello staff del Bar Ramiro, in piazza Caduti – si tratta di una scelta a discrezione dei datori di lavoro, che possono decidere se mantenere l’obbligo o se rendere facoltativo l’uso della mascherina. Noi abbiamo scelto la seconda opzione, anche per venire incontro ai dipendenti, soprattutto ora che si va verso la stagione calda e lavorare per ore con la mascherina si fa impegnativo».

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