Dominguez e Fabbri aprono "Cristallino" a Santarcangelo

Cultura

“Cristallino”, il festival nomade giunto al traguardo della 10ª edizione, ritorna a Santarcangelo – inaugurazione oggi alle 17 al Met – e si contamina con l’etnografia. Dopo la recente riapertura del Museo Etnografico degli usi e costumi della gente di Romagna (Met), ora l’obiettivo è richiamare e far crescere l’attenzione della comunità, riattivare forme di aggregazione sociale e raggiungere nuovi eterogenei pubblici. Come farlo? Lo ha spiegato l’assessora alla Cultura e vicesindaca Pamela Fussi nella conferenza di presentazione di “Album agreste”, il progetto, sostenuto da Comune e Regione in collaborazione con Focus, pensato e realizzato al Met, nato sotto l’egida del marchio “Cristallino festival. Luoghi per le arti visive” che prende il via il 23 ottobre per chiudersi il 12 dicembre. «È importante interpretare la tradizione che è nel Dna della nostra città e in essa la comunità si riconosce e farla rivivere in chiave moderna, perché questo è un modo per non lasciarla morire e soprattutto tramandarla ai giovani». Concetto ripreso dalla direttrice dei musei santarcangiolesi Elena Rodriguez: «Per il museo il progetto di “Cristallino” rappresenta una notevole opportunità perché il museo resta protagonista presentando opere che propongono uno sguardo diverso pur nel pieno rispetto del patrimonio e dei temi trattati nel Met coinvolgendo il visitatore in modo non tradizionale». La direttrice artistica del progetto “Cristallino”, Roberta Bertozzi, premettendo che «si chiude un cerchio proprio perché tutto da Santarcangelo era partito per poi espandersi nel territorio della Romagna», ha precisato che «l’arte contemporanea ancora una volta trova il modo di interagire con gli spazi cercando nuove declinazioni rispetto al contesto». Perché l’opera d’arte, come tiene a ribadire, «non è un oggetto chiuso nella sua datità, ha anche un fuori di sé ed è bello e ha una significazione indagare la relazione con il luogo per il quale viene pensata». Così appuriamo che i due artisti selezionati da Bertozzi, l’argentino, romagnolo di adozione, Oscar Dominguez e il faentino Massimiliano Fabbri, hanno realizzato opere calibrate sulla precisa fisionomia del Met. Si tratta di lavoro «site specific nato per il museo e che con esso si è posto in relazione come accade tra due innamorati ai primi approcci e corteggiamenti». La direttrice definisce il tutto «un avvicinamento, una liaison a tratti anche imperfetta» ma sempre «rispettosa e pronta a recuperare il paradigma del genius loci qui così forte». Per questo i due artisti hanno cercato di trovare una zona di contatto e scelto di «stare sulla soglia», ai margini dell’allestimento; l’argentino all’esterno nel parco con la rilettura in forma di «vegetazione magmatica» di un covone in canne di bambù così tanto utilizzate nel mondo contadino, pronte a deteriorarsi all’aria e alle intemperie come tutte le installazioni effimere destinate al decadimento. Il faentino ha allestito invece i suoi disegni raffiguranti fiori e vegetali nell’ala dedicata ai carri richiamandone le tradizionali policromie. Lo spiega già il titolo: “Album agreste” che bene ricolloca le categorie rurale e contadina. Oltre alle mostre, momenti performativi il 13, il 21 e il 25 novembre. www.cristallino.org

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