Domenicali non si ferma mai, è pronto per la nuova grande sfida

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Imola al centro della Formula 1. Il ritorno del Circus in Romagna è di fatto coinciso con la nomina di Stefano Domenicali a Ceo di Formula One Group da parte di Liberty Media. Nomina avvenuta nel settembre 2020 (un paio di mesi prima del Gp dell’Emilia Romagna) e diventata esecutiva a gennaio. Il manager imolese è al comando della F1 in una fase molto delicata, tra le difficoltà del presente dovute alla pandemia, e i cambi regolamentari imminenti. Proprio le modifiche dei regolamenti hanno spinto la proprietà statunitense a puntare su di lui.

Un nome, una garanzia

Il curriculum del 55enne imolese Domenicali ha senz’altro pochi eguali. Uomo Ferrari dal 1991 al 2014, è partito dal settore amministrativo per poi passare al reparto corse e diventare via via la figura di rilievo che tutti ricordano: direttore sportivo dal 2002 al 2007 durante la magica era targata Michael Schumacher, quindi Team principal della scuderia di Maranello dal 2008 al 2014 negli anni di Massa e Alonso. In queste 13 stagioni il binomio Domenicali-Ferrari è riuscito a conquistare 9 titoli iridati: 4 mondiali piloti e 5 titoli costruttori. Il rapporto con la Ferrari si è interrotto in modo un po’ strano nell’aprile 2014, dopodichè Domenicali ha lavorato in Audi ed è infine diventato, nel 2016, presidente di Lamborghini, garantendo per tre anni una grande crescita di fatturato all’azienda. A settembre, poi, la scelta di Liberty Media, che vede in lui la figura ideale per gestire al meglio sia la questione pandemia sia i cambi regolamentari del 2022. Una sorta di ritorno al passato, visto che ha permesso a Domenicali di ritrovare Jean Todt, suo predecessore come team principal Ferrari e oggi presidente della Fia.

Passato, presente e futuro

Domenicali ha tanti ricordi del gran premio di casa dalle invasioni di pubblico alla Tosa («una muraglia umana, dalla collina a bordo pista» ha ricordato alla Gazzetta dello Sport), ai primi incontri con Bernie Ecclestone, quando lavorava nel paddock come volontario, alle vittorie di Schumacher con la Ferrari («la giornata più bella fu il successo del 1999, il primo dopo tanto tempo»). Sul presente di Imola, il rammarico è legato all’assenza di pubblico, sul futuro Stefano Domenicali non si è mai sbilanciato in questi mesi: «Andranno bilanciati i gran premi storici con quelli in aree in via di sviluppo». Imola è tornata per il secondo anno consecutivo, e chissà che non possa continuare a farlo nelle prossime stagioni.

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