Diventare madri, un atto generativo in ogni senso

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Il corpo che cambia, l’umore che spesso gli va dietro; nuovi pensieri e paure che si insinuano nella mente, ma anche tanta voglia di iniziare una nuova fase della propria vita: diventare madri è per quasi tutte le donne una scelta consapevole, talvolta un desiderio che si realizza o addirittura un miracolo inaspettato, ma non è solo questo. Molte donne faticano a raggiungere un nuovo equilibrio e ad accettare i cambiamenti che si verificano dentro e fuori di loro. Ne parliamo con Giselle Cavallari, psicologa e psicoterapeuta attiva sul Ravennate.

Dottoressa, come definisce la maternità?

«La maternità, come è citato in letteratura e come quasi tutte le mamme possono testimoniare, è teatro di numerosi cambiamenti che si determinano in ogni ambito della vita. Si parte dall’aspetto corporeo: per 9 mesi il corpo è soggetto a vari mutamenti, per contenere e far crescere una creatura; successivamente, invece, si riassesta raggiungendo un nuovo equilibrio. Questi cambiamenti fisici hanno molto spesso una forte influenza sull’immagine corporea della donna, cioè sul suo modo di percepirsi».

E ciò incide anche sulla sessualità?

«Certamente, molto spesso le future mamme appaiono distaccate dall’intimità della coppia; altre invece riferiscono di provare una rinnovata eccitazione sessuale. Spesso sono i cambiamenti ormonali a influenzare la relazione sessuale, in quanto non è raro che le donne presentino dei fastidi, come bruciori e irritazioni nelle zone intime; ma spesso una certa ritrosia può dipendere dalla difficoltà di accettare e apprezzare il corpo che cambia. Molte donne fanno fatica a riconoscersi; non si piacciono, e ciò influenza negativamente la vita sessuale con il proprio compagno, generando non di rado malumori e non detti».

E a livello psichico?

«Per alcune donne, la gravidanza può generare una vera e propria crisi maturativa. In questa fase, infatti, si possono riattivare temi infantili che riguardano il rapporto con la madre o con le persone che si sono prese cura di loro quando erano bambine. Appaiono nuovamente angosce e sentimenti contraddittori che sembravano essere stati accantonati. Molte future mamme si trovano ad affrontare problematiche lasciate a metà o non completamente superate. Nella maggior parte dei casi, quello che si verifica è la costituzione di un nuovo Sé, più maturo, con il passaggio da figlia a madre. Soprattutto dopo la nascita del bambino, la donna abbandona l’idea di madre idealizzata e diventa reale, attraverso una nuova organizzazione psichica. Sia le donne incinte che le neomamme vivono tantissime emozioni contrastasti che vanno dalla paura alla gioia in fasi alternate. Molto dipende dalla storia personale e dal contesto in cui vivono».

La gravidanza influisce molto anche sull’ambito lavorativo, come vivono le donne questo aspetto?

«Le donne si trovano a fare tante scelte pratiche; pensiamo alle libere professioniste che molto spesso decidono di lavorare fino alla fine della gravidanza, per continuare a dare spazio alla propria professionalità. Mi capita spesso di incontrare delle donne che iniziano una terapia proprio in questa fase della loro vita e quasi tutte hanno un tratto comune: quello di essere particolarmente creative. In gravidanza spesso nascono nuove idee, nuovi progetti, perché diventare madri è un atto generativo in ogni senso. Non poche neomamme si concentrano su nuovi lavori dopo la nascita del proprio bambino. Quindi non si deve interpretare il diventare madri come una rinuncia della propria professionalità, ma come l’opportunità per riconsiderare alcune scelte e per farne di nuove».

E quando nasce il bambino?

«Spesso le neomamme devono confrontarsi con stereotipi e giudizi continui: quasi tutti hanno un’idea di come dovrebbe essere una madre e di come dovrebbe comportarsi, ma quasi mai questa coincide con la realtà. Ed è così che le neomamme si trovano a essere giudicate e consigliate continuamente: “Fai così, no così”, “Lo allatti troppo, lo tieni troppo in braccio” e via dicendo. È importantissimo che ogni neomamma sia in grado di svincolarsi da queste situazioni, che sia circondata solo da persone che riescano a supportarla veramente e non da figure invadenti o intrusive. Avere dello spazio in cui esprimere il proprio sé, che deve essere riconosciuto e legittimato, è fondamentale per la propria salute mentale, per l’instaurarsi del rapporto con il proprio bambino, ma anche per il mantenimento di una buona relazione con gli altri membri della famiglia. Non dimentichiamo che la nascita di un bambino può mettere a dura prova anche le relazioni già esistenti, in primis quella con il partner, del quale si scoprono nuovi lati e sfaccettature».

Che cos’altro serve quando si aspetta per sostenere il nuovo ruolo di madre?

Serve riconoscere e accettare la propria vulnerabilità. Bisogna sensibilizzare le donne sul fatto che la gravidanza è sì un gran dono, ma anche un’esperienza che ci mette alla prova e ci rende fragili. Inoltre serve “normalizzare” vari aspetti, a partire dai sentimenti non sempre positivi che si provano nei confronti di quanto si sta verificando. Essere impaurite, angosciate, arrabbiate, sfiduciate, incapaci è normale. Deve passare il concetto che le madri non devono essere perfette, ma “sufficientemente buone” e che non devono mai rinunciare alla parte più profonda e intima del proprio Sé».

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