I distributori di cibo e bevande: "Il caro Gasolio? Peggio della pandemia"

I camion trasportano birre, liquori, vino, bollicine, ma con il caro gasolio in spaventosa escalation c’è poco da stappare nelle attività di distribuzione di cibo e bevande. La più grande sul nostro territorio è senza dubbio Partesa e basta fare un po’ di conti insieme al responsabile per la Romagna della multinazionale Cristian Bizzo per rendersi conto della portata di questi incrementi dei prezzi del carburante e delle possibili ricadute a cascata sui pubblici esercizi e i consumatori.

Ogni 150 km 250 euro in più a camion

«Quello che sta accadendo ha un’incidenza molto alta sul nostro lavoro: oggi i trasporti sono infatti su ruote e un nostro bilico per fare 150 km ci costa 250 euro in più di qualche mese fa. I conti sono facili visto che un camion fa tre chilometri con un litro e il gasolio da poco più di 1,40 euro al litro è arrivato a 2,40» esordisce, rivelando che «solo in Romagna Partesa ha sulle strade fra i 60 e i 70 mezzi». Tradotto, fa 17.500 euro in più ogni 150 chilometri complessivi dei trasporti solo nella nostra zona. Senza considerare il resto d’Italia. «Il problema ancor più grosso è che noi siamo parte di una catena, siamo distributori che comprano dalle varie ditte, che consegnano nei nostri magazzini e hanno a loro volte costi del trasporto cresciuti a dismisura: penso alla Martini, che ha il deposito a Torino e deve portare il prodotto qui da noi, è inevitabile aumentino i suoi costi di vendita e questo porterà purtroppo a un aumento dei prezzi e di conseguenza a una contrazione di consumi: chi non lo farà andrà in grossa difficoltà perché c’è un punto di non ritorno» aggiunge Bizzo, che tocca la realtà con mano ogni giorno: «Il fenomeno è già visibile sulle autostrade: ci faccio 3-4000 chilometri al mese e colgo a occhi nudo un meno 30% di flussi. La gente si sta fermando, sia nei viaggi ludici che per certi canali distributivi». Il discorso va inoltre ampliato ai dipendenti. «Come Partesa gli riconosciamo un rimborso carburante e anche questa voce andrà a incidere in maniera importante considerato che in Romagna ne abbiamo fra i 30 e i 40 operativi quotidianamente». Da qui la considerazione finale: «Il caro gasolio ci sta creando molte più difficoltà della pandemia e ce ne creerà sempre di più anche a prescindere dalla guerra. Avremmo infatti avuto aumenti ugualmente, perché le accise sono legate agli ammortizzatori di questi due anni di Covid e lo vediamo purtroppo bene sull’elettricità. In questo momento non abbiamo comunque riduzioni di lavoro e prevediamo, o meglio auspichiamo una stagione estiva importante: da multinazionale quale siamo stiamo perciò investendo risorse, ma consci di dover stare con le antenne dritte sulla contrazione dei consumi».

Dubbi incrociati sull’estate

Massimo Taddei è invece titolare della Taddei Spa, azienda grossista di alimentare e bevande con sede a San Marino che serve tutto il canale Horeca da Cattolica a Igea per quanto riguarda la Riviera e parte dell’entroterra. «A San Marino il carburante costa meno? Si risparmieranno tre euro, poco più, il problema è più grande e si fa sentire seriamente anche per noi. Altro che. Due viaggi al giorno per servire i clienti da San Marino e giretti vari fanno 100-120 chilometri al giorno a mezzo: adesso ne abbiamo tre che girano, con un rincaro di 80-100 euro al giorno solo di gasolio. Tradotto, 2500 euro di spese extra al mese che d’estate diventano più del doppio visto che i camion al lavoro saranno sette» esordisce, evidenziando: «Nel nostro settore già da qualche anno il prezzo del prodotto e del trasporto sono divisi e facendo solo l’esempio dell’acqua quest’ultimo a gennaio ad esempio ha già avuto un primo rincaro e ne è annunciato un secondo a marzo. Su una tratta della Norda da Parma o della San Bernardo da Piemonte si parla di centinaia di euro in più a trasporto, un settore che ha già avuto spese aggiuntive perché si è venuta a creare una carenza di autotrasportatori: ad avere la patente C sono sempre di meno e chiedono quindi di essere pagati di più». Per chi come Taddei lavora molto con la Riviera e sulla stagione estiva, le incognite sono poi maggiori. «Il caro gasolio ci fa paura anche per quanto riguarda i turisti occasionali: quelli che da Bologna, Modena o dintorni venivano tutti i fine settimana, lo faranno ancora ogni week end o saranno demotivati per il costo di un pieno? Visitatori in meno portano a domanda in meno…».

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