Diseguaglianze,Thomas Casadei è il nuovo direttore del Crid

Ingiustizie e indifferenza: da anni Thomas Casadei si impegna nel contrastare le grandi disparità legate alle differenze: di genere ma non solo. Lo fa nell’ambito accademico e della ricerca: è docente di Filosofia del Diritto all’ateneo di Modena e Reggio Emilia che tutti i giorni raggiunge dalla sua Forlimpopoli. Lo fa con un’intesa attività saggistica e partecipando a gruppi di lavoro. E proprio allo scadere del 2022, Casadei ha assunto la direzione del Crid, il Centro di ricerca interdipartimentale su discriminazioni e vulnerabilità dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Fondato nel 2016, il Crid riunisce docenti dei dipartimenti di Giurisprudenza, Ingegneria, Economia, e collabora con enti e associazioni per analizzare criticità e mettere a punto strumenti di contrasto. Il Crid accoglie inoltre l’Osservatorio migranti e l’officina informatica “Diritto etica tecnologie” all’interno della quale è sorto un gruppo di lavoro su “Salute e nuove tecnologie”.

Professore, lei sta assumendo un impegno di grande peso ma anche di grande impatto potenziale sulla società.

«Ed è un risultato che mi riempie di orgoglio in modo particolare, perché insieme a Gianfrancesco Zanetti del Centro sono stato il cofondatore. Da allora ho fatto parte della giunta per Giurisprudenza e finora sono stato responsabile dell’Osservatorio migranti e tra i tre coordinatori del Comitato scientifico dell’Archivio storico-giuridico “Anselmo Cassani”».

Negli anni, il suo impegno si è rivolto anche alle nuove frontiere del sapere.

«È vero: attraverso le ricerche sull’impatto delle nuove tecnologie nella vita quotidiana, ho seguito la genesi dell’Officina informatica, che realizza percorsi di formazione per le scuole sulla cittadinanza digitale, sulla prevenzione di cyberbullismo e odio online e sull’uso consapevole dei social. Sono attive diverse aree di lavoro: sulla educazione alle differenze, la promozione della cultura della legalità, e persino il contrasto al gioco d’azzardo patologico».

Da anni però lei è una figura di punta degli studi sulla condizione femminile.

«Il Crid infatti è impegnato da tempo nel progetto “Educare alle differenze per promuovere la cittadinanza di genere” coordinato dal Comune di Modena, con la partecipazione di diverse associazioni femminili. Vi abbiamo coinvolto 4mila ragazzi e ragazze e di recente ha preso avvio un corso di formazione per insegnanti. Nell’ambito di questo progetto figure come quella della rivoluzionaria francese Olympe de Gouges, di cui abbiamo approfondito il profilo con diverse pubblicazioni e convegni, hanno un ruolo importante riguardo alle discriminazioni e alla lotta per i diritti, e il graphic novel realizzato su di lei è una base utile per le nostre attività formative».

Lei ha all’attivo anche molte esperienze internazionali.

«Dialogo e confronto con studiosi e studiose, nonché con centri di ricerca internazionali, sono fondamentali per essere aggiornati su metodi e strumenti di lavoro e per comprendere fenomeni come la violenza maschile contro le donne, le migrazioni, la tratta di esseri umani, l’impatto delle tecnologie, di portata planetaria».

Ma teoria e pratica sui diritti hanno lo stesso passo?

«I diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte e ci sono moltissimi per cui non sono affatto riconosciuti e tutelati. Le diseguaglianze sono in grave aumento e toccano addirittura beni primari come la casa, mentre forme di vulnerabilità, spesso invisibili, caratterizzano molte vite: bisogna metter a fuoco tutto ciò in modo rigoroso. Ed è quello che cerchiamo di fare con il Crid».

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