Rimini, disabile perde il risarcimento: battaglia legale per 300mila euro

Rimini

Con i 300.000 euro ricevuti dall'assicurazione come risarcimento danni per l'incidente che ormai da 15 anni lo costringe su una sedia a rotelle, un 60enne riminese ha deciso di garantirsi parte del futuro investendo sul mattone ed ha acquistato alcuni immobili. Questa scelta, però, l’ha fatta mentre la Corte d’Appello di Bologna stava per pronunciarsi sul ricorso presentato dalla compagnia assicuratrice che sosteneva un suo concorso di colpa nella tragedia che gli ha provocato l’invalidità. Per questo motivo, dopo essersi consultato con un professionista, ha deciso di varcare il confine con San Marino e concordare - questo almeno sostiene - con una società del Titano, un contratto di vendita fittizia degli immobili. Una pratica lecita se i soldi utilizzati per acquisire le proprietà non sono provento di attività illecite; tant’è che il primo nuovo contenzioso sarà oggetto di una causa civile e non penale. Perché fa tutto questo? Semplice lo scopo è risultare nulla tenente nel caso avesse perso la causa. Cosa, purtroppo per lui, accaduta: i giudici, infatti, ribaltato il primo verdetto e di lì a poco la compagnia assicuratrice bussa alla sua porta per riavere indietro il denaro. L’uomo spiega di non essere più in possesso dei soldi trasformati in mattone, un dettaglio che poco importa all’assicurazione: per riaverli intenta davanti al tribunale di Rimini una causa revocatoria della vendita. La prima sentenza favorevole alla compagnia assicuratrice, convince l’uomo della necessità di tornare ufficialmente in possesso degli immobili.

Colpo di scena

Riprende così la via del Titano, e si presenta a richiedere la “rescissione” del contratto fittizio. Alla richiesta di ritornare in possesso dei beni, però, si sarebbe sentito rispondere picche: «Sono di nostra proprietà». Rivendicazione smentita con una prima sentenza dal Tribunale civile di Rimini. Nonostante questo la società sammarinese continua a non restituire le chiavi e a fare profitti trattenendo per se i pagamenti dei canoni d'affitto. A questo punto l’uomo decide di intraprendere a sua volta le vie legali. Lo fa con l’avvocato Stefano Caroli che presenta un doppio esposto denuncia, alla Procura della Repubblica di Rimini ed al Tribunale penale di San Marino dove, la ricostruzione dettagliata della vicenda, viene chiusa chiedendo ai magistrati di indagare il legale rappresentate della società sammarinese. I reati ipotizzati truffa e appropriazione indebita.

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