Dig Awards: a Riccione torna il festival del giornalismo

Cultura

RICCIONE. “Personal matters” (questioni personali) è il titolo della quinta edizione del Dig di Riccione, festival dedicato al giornalismo investigativo, “Erede” dello storico Premio Ilaria Alpi.
La manifestazione, che premia le migliori inchieste e i migliori reportage video dell’anno assegnando i “Dig awards”, si svolge dal 30 maggio al 2 giugno. Quattro giorni ricchi di proiezioni, incontri, spettacoli, momenti di formazione e approfondimento, un’occasione per mettere al centro dell’attenzione il mestiere del giornalista, con un occhio alla contemporaneità.


Le “questioni personali” sono il punto di partenza per una riflessione di ampia portata sul tema dell’informazione. Personale, infatti, è il punto di vista dei reporter che non si accontentano delle versioni ufficiali, e personali sono i rischi che corrono in ogni parte del mondo per scavare alla ricerca della verità, sfidando la censura e gli attacchi della criminalità. Ma personali sono anche i dati sottratti quotidianamente a milioni di persone, secondo pratiche invasive denunciate da reporter e attivisti in inchieste di grande valore pubblico.
Attorno a queste riflessioni, (sabato 1 giugno, ore 17), un confronto di livello internazionale moderato da Claudine Blais, caporedattrice dello storico programma canadese “Enquête”; ospiti James Harkin, direttore del Centro di Giornalismo investigativo di Londra, Gabi Manuli, deputy director del “Global investigative journalism network”, e Jeremy Scahill, cofondatore della celebre testata online statunitense The Intercept.


Il festival racconta il mondo che cambia attraverso le migliori produzioni televisive e video selezionate tra 300 opere in concorso.
Organizzato dall’associazione Dig, con il Comune di Riccione e la Regione Emilia-Romagna, il festival si apre giovedì 30 maggio (ore 21, Spazio Tondelli) con la proiezione del docufilm di Alex Winter “Panama papers” (2018). A presentare questo lavoro, a cavallo tra reportage e political thriller, sarà il giornalista della Süddeutsche Zeitung Frederik Obermaier, tra i protagonisti dell’inchiesta che ha travolto leader politici e personaggi più e meno noti di ogni continente.


Tra i nomi più attesi di questa quinta edizione c’è quello di Naomi Klein: a lei e ad altri 13 professionisti riconosciuti a livello internazionale spetterà il compito di decretare i vincitori delle 7 categorie di concorso, scegliendoli tra 26 lavori provenienti da ogni parte del mondo. Grande attesa come sempre per la sezione “Dig pitch”, riservata ai progetti in fase di sviluppo o pre-produzione. In palio un premio di produzione da 15.000 euro, assegnato al termine di un pitch che mette gli autori a contatto diretto con importanti produttori di tutto il mondo: un format che negli anni passati ha portato alla realizzazione di molte delle inchieste giunte alla selezione finale.
Accanto a tanti reporter, il “Dig festival” ospiterà anche artisti e protagonisti del mondo della cultura. Un primo assaggio è offerto dal manifesto di questa edizione, affidato a uno dei più apprezzati street artist italiani, Ericailcane, che ha reinterpretato in chiave personale il simbolo di DIG e del giornalismo d’inchiesta: l’inconfondibile watchdog, il cane da guardia della democrazia.
www.dig-awards.org

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