Detenuto suicida a Ravenna, la madre: "La sua morte non sia vana"
RAVENNA. «Mio figlio ce l’aveva quasi fatta ad uscire dal suo tunnel, ma lui come altri giovani sono spesso abbandonati da una burocrazia lenta e disinteressata». È solo uno dei passaggi più duri e commoventi del messaggio che arriva dalla madre del 23enne morto suicida nel carcere di Ravenna pochi giorni fa. Un messaggio che ora la donna, nonostante il dolore indicibile che sta vivendo, tiene a rendere pubblico. «Vorrei che la morte di mio figlio non sia vana - dice ora la madre - ma serva come presa di coscienza per qualcuno. Le istituzioni non devono abbandonare questi giovani, fragili e sensibili, la burocrazia non sia lenta e disinteressata. I genitori hanno il compito di stare vicino ai propri figli, di guidarli e di amarli tutta la vita, ma l’amore verso un figlio è eterno e va oltre la morte».
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