Deroghe per figli a scuola, caos su chi svolge servizi essenziali

Da oggi in Romagna alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado si aggiungono nidi e materne. Salvaguardata la presenza in classe di alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, come previsto dal Dpcm del 6 marzo, ci sono centinaia di famiglie che attendono un chiarimento dal Governo su una facoltà a loro concessa durante il lockdown, ovvero potere mandare i loro figli a scuola, sempre. Sono quelle in cui entrambi i genitori sono lavoratori sanitari impegnati nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali. E proprio per fare chiarezza su questo tema, dopo che molte direzioni didattica del territorio sono state tempestate di telefonate, la Regione Emilia Romagna ha riunito gli assessori competenti in materia dei capoluoghi di provincia, concludendo l’incontro online con una richiesta formale all’Ufficio scolastico regionale, presente all’incontro, e al Miur. Quali sono i servizi pubblici essenziali? Prova a fare chiarezza l’assessore alla scuola del Comune di Rimini Mattia Morolli: «A creare confusione è stata una nota del Miur in cui si parlava appunto della possibilità di frequenza dei figli di personale impegnato nei servizi pubblici essenziali, dai medici agli infermieri alle forze dell’ordine. E tutte le altre categorie? Anche una cassiera del supermercato svolge in questo momento un servizio pubblico essenziale. Da qui la confusione e la giusta richiesta da parte di tanti lavoratori». Secondo la Regione «la circolare, non supera la valenza del Dpcm, né la può integrare con eguale forza normativa. Serve quindi o una specifica integrazione del Dpcm che estenda quella deroga con pari forza, o quanto meno un chiarimento di interpretazione autentica, rispetto a come integrare due disposizioni apparentemente confliggenti. Oltre al fatto di dover definire con precisione le categorie interessate». Al momento dunque devono essere garantite in presenza attività e lezioni ad alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali e quando sia necessario l’uso di laboratori. «Si tratta delle sole deroghe alla sospensione delle attività in presenza di servizi educativi per l’infanzia e scuole per l’infanzia e alla didattica a distanza al 100% dalle elementari alle superiori», spiega la Regione. «Abbiamo comunque chiesto un chiarimento entro la settimana» conclude Morolli «oggi sicuramente a scuola in presenza potranno esserci solo bambini e ragazzi con questi necessità speciali». «E’ essenziale assumere atti coerenti e applicabili, senza generare caos o informazioni non corrette alle famiglie» conclude la Regione.

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