Denaro sospetto: multate 163 persone per 10 milioni a Rimini

Rimini

I finanzieri di Rimini, nei giorni scorsi, hanno concluso una investigazione antiriciclaggio che ha portato ad accertare il trasferimento - nell’arco di sette giorni e su diversi istituti di pagamento - di danaro contante dalla provincia di Rimini in Paesi asiatici e del nord-Africa, cercando di aggirare gli obblighi di monitoraggio antiriciclaggio. In pratica, nel corso di un solo intervento, in un negozio di bigiotteria/money transfer del centro, sono state tracciate transazioni verso l’estero che "si ritiene sarebbero avvenute in violazione della legge nel giro di appena un anno e per un totale di mezzo milione di euro di contanti", si legge in una nota delle fiamme gialle di Rimini.

L’attività ispettiva è stata completata dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria nei confronti dell’agenzia individuando in totale 546 operazioni di trasferimento frazionate verso l’estero - tutte sotto la soglia dei 1000 euro, con aggiramento delle disposizioni di legge. 

Attraverso questa tecnica, il titolare, con metodicità e sistematicità, avrebbe inoltre eluso anche i blocchi applicati per legge dagli stessi Istituti di pagamento (IP) sulle loro piattaforme informatiche, che non permettono di effettuare trasferimenti di fondi all’estero - tramite money transfer - da parte dei medesimi soggetti, entro sette giorni e verso il medesimo beneficiario, per importi complessivamente superiori a mille euro.

In sostanza si possono mandare all’estero cifre maggiori, ma solo se trasferite in modo trasparente con i previsti metodi tracciabili, tramite gli Intermediari finanziari abilitati dalla legge. Il divieto riguarda ovviamente anche le operazioni frazionate, ovvero pagamenti superiori ai 1.000 euro, ma apparentemente divisi in più operazioni di importo inferiore. Si realizza così un evidente escamotage, cui si ritiene abbia fatto riscorso con sistematicità anche il titolare del money transfer verbalizzato dalle fiamme gialle a Rimini. 

All’esito dell’attività ispettiva il titolare del negozio infatti, originario del Bangladesh e punto di riferimento di zona per tutti coloro - per la gran parte connazionali - che intendono trasferire somme all’estero (magari senza limitazioni al movimento di contante), è stato segnalato alla competente Ragioneria territoriale dello Stato, per l’applicazione di una sanzione pecuniaria, che - nel massimo previsto dalla legge - potrebbe superare i dieci milioni di euro e che vede coinvolti anche 163 clienti (senders) e per i quali è in corso la notifica del verbale di contestazione per il trasferimento di contante sopra la soglia consentita.

Per tali comportamenti l’agenzia “money transfer” riminese è stata anche segnalata agli Istituti di pagamento interessati e all’Organismo degli agenti e dei mediatori creditizi (O.A.M.) per le determinazioni di competenza.

"L’operazione offre ulteriore conferma della connotazione della Guardia di Finanza quale forza di polizia specializzata nel contrasto agli illeciti economico-finanziari nelle diverse forme in cui essi si manifestano e nel prevenire innanzitutto l’indebito utilizzo del sistema finanziario per scopi di riciclaggio dei proventi illeciti o di finanziamento al terrorismo".

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