Delitto Ilenia, commissionato pestaggio per avere i 20mila euro

«Se fosse stata mia moglie, io l’avrei ammazzata». Questa frase raccapricciante Pierluigi Barbieri l’avrebbe pronunciata davanti a un giudice del tribunale di Ravenna, otto giorni prima di assassinare Ilenia Fabbri. Non si riferiva alla 46enne di Faenza che lunedì ha confessato di avere ucciso per un compenso di 20mila euro e un’auto, promessi dell’ex marito della vittima, Claudio Nanni. Stava indicando la consorte di un altro amico che gli aveva chiesto di testimoniare nella causa di separazione che aveva in corso. Era la mattina del 29 gennaio scorso, e quello stesso giorno, dopo essere stato ammonito direttamente dal magistrato per le parole utilizzate in aula, Barbieri si sarebbe poi spostato a Faenza, per incontrare Nanni, l’uomo con il quale da circa un anno stava pianificando l’omicidio di Ilenia. Secondo il giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti, che mercoledì scorso ha disposto l’arresto per il 54enne faentino e per il 53enne di Bagno (nel Reggiano) ritenendoli mandante e sicario del delitto, quell’incontro è stata l’occasione dell’ultimo sopralluogo nei dintorni di via Corbara prima della drammatica mattina del 6 febbraio.

Lo choc in aula

Ecco spiegato come mai alle 9.44 del 29 gennaio il passaggio della Toyota Yaris intestata alla compagna di Barbieri viene registrato lungo la statale San Vitale, in direzione Ravenna. In tribunale un amico lo stava aspettando per deporre. In aula c’erano l’avvocato dell’uomo, ma anche la controparte, cioè l’ormai ex moglie con il proprio difensore. E quando è stato il turno del testimone, le sue parole sono state messe a verbale: qualcosa del tipo, «Io non sono come lui», avrebbe iniziato riferendosi al conoscente, «se mia moglie mi avesse fatto una cosa del genere io l’avrei ammazzata». Sentendo quell’esternazione, la donna sarebbe rimasta scioccata, rivolgendosi al legale e chiedendo se fosse normale che il teste stesse istigando il marito a ucciderla. La tensione palpabile si è conclusa con l’intervento del giudice Antonella Brignoli, che ha preso provvedimenti affinché non si verificassero altre uscite del genere.

L’ultimo giorno insieme

Quando quel giorno Barbieri esce dal tribunale sono le 12.15 e da viale della Lirica chiama Nanni. L’ex marito di Ilenia in quel momento si trova nella zona di Russi. Circa un’ora più tardi, poco dopo le 13, i due vengono filmati insieme dalle telecamere del bar accanto all’officina di via Forlivese, gestita da Nanni. Infine si fanno le 14; prima uno, poi l’altro risalgono nelle rispettive auto e ripartono con un intervallo di 38 secondi, dirigendosi verso Faenza, secondo il gip in una direzione che lascia ipotizzare un sopralluogo verso l’abitazione della vittima. Quello è l’ultimo dei 36 contatti ai quali gli inquirenti della squadra Mobile sono risaliti grazie ai tabulati telefonici, da quando il 10 agosto 2020 il 53enne reggiano è uscito di prigione, dove si trovava da aprile in seguito a un pestaggio ai danni di un disabile di Predappio.

Il pestaggio per l’investimento

Barbieri, interrogato dal gip ha riferito quali fossero gli accordi del piano omicida: «Ilenia non deve uscire di casa viva», si sarebbe raccomandato Nanni promettendo una cifra sulla quale ora le indagini coordinate dal sostituto procuratore Angela Scorza vogliono fare chiarezza. Perché pare che proprio per avere a disposizione i 20mila euro pattuiti, l’ex marito della vittima avesse commissionato a Barbieri un ulteriore “lavoro”. Avrebbe dovuto «menare - parole del sicario - un’altra persona». Ed è possibile che il bersaglio fosse il promotore finanziario al quale Nanni aveva affidato una somma di denaro; cifra che guarda caso coincide. L’uomo aveva confidato a una conoscente di avere fatto un investimento nel giugno scorso per sottrarre liquidi alle rivendicazioni patrimoniali avanzate dall’ex moglie, lasciandosi andare in una delle tante, troppe, promesse minatorie: «Mi vuole rovinare, prima o poi le mando qualcuno».

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