Delitto di Ilenia, la lettera integrale di Nanni alla figlia

“Arianna, come ti avranno detto i miei avvocati le cose sono andate diversamente da come dovevano andare. In ogni caso ho commesso un errore e dovrò pagare. Il non poterti più vedere o per anni o per sempre, per quanto ti amo, in questo momento non mi dà la forza di vivere più. In più dovresti provare odio nei miei confronti e questo mi butta ancora più giù. Per questo provo vergogna nel parlare e farmi vedere da tutti ma soprattutto da te. Non ci sono parole per chiederti scusa e penso che la cosa migliore sia scomparire. La zia Cristi e lo zio Dino ti seguiranno per ogni cosa. Nonostante tutto il MIO AMORE PER TE È GRANDE”. Sono le parole scritte dal carcere da Claudio Nanni alla figlia Arianna, tre giorni dopo essere stato arrestato con l’accusa di avere incaricato il 53enne reggiano Pierluigi Barbieri di assassinare l’ex moglie Ilenia Fabbri. La lettera è stata intercettata dalla Procura e la data dell’invio non ha un ruolo marginale. Perché tre giorni dopo, Nanni è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Corrado Schiaretti, dando una propria versione dei fatti: avrebbe riferito di avere promesso 2mila euro al conoscente “solo” per spaventare la moglie e convincerla ad arrendersi nella causa di lavoro che aveva avviato citandolo per 500mila euro; quella “visita” le avrebbe dovuto far capire che in qualunque momento lui poteva mandarle qualcuno in casa. Il suo racconto è stato colto come una parziale ammissione di quanto accaduto la mattina del 6 febbraio scorso in via Corbara a Faenza, quando la 46enne è stata assalita in camera da letto e sgozzata al termine di una feroce colluttazione con un coltello da cucina poi lasciato sul lavello della tavernetta. Forse allora, scrivendo alla figlia che le cose erano andate “diversamente da come dovevano andare” e ammettendo di aver “commesso un errore”, Nanni ha voluto anticiparle quella che sarebbe stata la linea difensiva, poi concordata con gli avvocati Guido Maffuccini e Delia Fornaro. Non poteva sapere che dal carcere di Forlì, dove nel frattempo era stato scortato il killer, Barbieri - assistito dall’avvocato Diego Dell’Anna del foro di Pesaro - si stava preparando a una piena confessione, indicandolo come mandante dell’omicidio e di un’ulteriore spedizione punitiva nei confronti di un’altra persona, nello specifico un promotore finanziario al quale il 54enne aveva affidato del denaro. I termini per chiedere la scarcerazione al tribunale della Libertà scadranno oggi, ma i difensori di Nanni hanno deciso di non presentare alcuna istanza. Arianna ha sempre difeso il padre, pur ponendosi delle domande sulla sua strana reazione il giorno stesso in cui Ilenia è stata assassinata; il tracollo psicologico dell’uomo in auto, scoprendo che in casa con l’ex moglie c’era la fidanzatina della figlia, testimone oculare dell’omicidio, aveva portato le due ragazze a confrontarsi («...tuo padre non lo sapeva che c’ero»). Poi aveva trovato il coraggio di chiedergli esplicitamente se fosse stato lui, riportando la sua risposta in lacrime: «Assolutamente no, non l’avrei mai fatto». È questa forse la “vergogna“ di cui Nanni parla nella lettera, inviata ad Arianna per prepararla alla “verità”. La sua nuova verità.

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