Delitto di Faenza: "Ho visto il killer, era alto e robusto"

Ravenna

«Chi sei? Che cosa vuoi?». Poi le urla, alcuni tonfi ripetuti e il silenzio. Sono state le ultime parole di Ilenia Fabbri. Le avrebbe udite l’ospite che si trovava in casa sabato mattina, poco prima che la 46enne venisse assassinata. La ragazza, imolese e poco più che maggiorenne, sarebbe l’unica testimone dell’omicidio, e sulla base del suo racconto ora gli investigatori della Mobile – coordinati dal sostituto procuratore Angela Scorza – stanno cercando di avere una descrizione del killer. All’ultimo piano dell’abitazione di via Corbara 4, la giovane si trovava nella camera da letto di fronte a quella della vittima, dopo avere passato la notte con la figlia di Ilenia, Arianna. Quest’ultima era appena uscita di casa per salire in auto con il padre, Claudio Nanni, ex marito della 46enne per andare a ritirare un’auto a Milano. L’ombra dell’assassino Agli inquirenti la testimone ha detto di avere sentito la voce terrorizzata della madre dell’amica, seguita dalle sue urla. Si è affacciata alla porta e ha visto una sagoma di spalle scendere precipitosamente le strette scale. Non lo ha visto in volto, ma nel piccolo corridoio della zona notte (dove ci sono due stanze e il bagno) ha scorto un uomo alto, dalle spalle larghe, insomma, piazzato. Ha notato i capelli, non è chiaro se sbucassero da un passamontagna, un berretto o se l’intruso fosse completamente a capo scoperto. Era senz’altro vestito di scuro. Ma il panico ha cancellato eventuali altri ricordi preziosi. Quell’uomo, ha riferito agli inquirenti, sembrava si stesse precipitando giù. Davanti a lui, molto probabilmente, c’era Ilenia, nel corso di un disperato tentativo di fuga o peggio trattenuta per i capelli e forse anche spinta per le scale. La giovane ha raccontato poi di avere sentito le urla, cessate improvvisamente o coperte dal suono di una serie di tonfi, come se qualcuno stesse rotolando giù. Era solo l’incipit di un’aggressione brutale, che si ritiene probabile sia iniziata proprio nella camera da letto per terminare poi con il fendente mortale nella cucina del garage trasformato in tavernetta. La pista del sicario Chi era quella persona? Fin dall’inizio la ragazza ha detto di non avere riconosciuto una fisionomia familiare, escludendo quindi sia il compagno della 46enne che l’ex marito, dal quale si era separata nel 2018. L’alibi di entrambi, d’altronde, non solo è solido ma è anche rafforzato dall’esclusione di un possibile movente passionale, come dichiarato nei giorni scorsi dal procuratore capo Daniele Barberini. Eppure gli investigatori che si occupano delle indagini non escludono che qualcuno volesse morta Ilenia. Da qui parte una delle piste più inquietanti: un sicario, forse addirittura in possesso delle chiavi di casa, assoldato da un mandante. Arianna è convinta di avere chiuso la porta del garage quando è uscita, un paio di minuti circa dopo avere ricevuto il messaggio del padre, alle 5.57. Quello stesso ingresso secondario era privo di segni di effrazione (così come l’entrata principale e le finestre dell’abitazione), ed è stato trovato socchiuso all’arrivo della pattuglia delle Volanti, sulle 6.20. Trascorrono 9 minuti tra il messaggio sms del padre e la telefonata delle 6.06 che l’ospite, rintanata in camera, fa all’amica per dirle dell’intruso, quando ormai l’auto è già in autostrada. Alle 6.10 un vicino, svegliato dalle urla, suona al campanello. Forse chi ha agito ha capito che era il momento di concludere quel lavoro, iniziato pensando probabilmente di trovare Ilenia sola. Chissà se nella furia di quegli istanti si è accorto che in casa c’erano due occhi di troppo.

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