Rimini. Darsena, festa per i 20 anni ma c'è la bolletta da 100mila euro

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La Darsena Marina di Rimini compie 20 anni. E, tra incertezze e paure per un presente contrassegnato da una crisi energetica mai conosciuta prima, si proietta nel futuro con fiducia e tanta speranza. Spente, ieri, le candeline davanti a cantanti liriche e pianisti di chiara fama, noti ballerini, come il volto televisivo Kledi Kadiu, e tanti cittadini riminesi, c’è subito l’oggi da affrontare.

Gianni Sorci, direttore di Marina di Rimini, com’è andato questo ventennio?

«Sono stati 20 anni spesi bene. Positivi sotto tutti gli aspetti. Nonostante momenti difficili come quelli attraversati dal 2007 in avanti, quando abbiamo rischiato davvero di fallire. Tutto per colpa di aumenti inusitati dei canoni demaniali, che dalle 100mila euro annue iniziali, come da accordo siglato col ministero in fase di ottenimento della concessione cinquantennale, fino al 2049, lievitarono improvvisamente, su base retroattiva, a 400 mila euro annue, determinando, in bilancio, un debito di 4-5 milioni di euro. Una vera e propria batosta, che se ora è stata addolcita è grazie ai ricorsi che abbiamo dovuto fare, costatici qualcosa come 500mila euro tra avvocati e spese legali. Oggi, comunque, il tutto è rientrato nell’alveo della normalità, con un canone annuo fissato a 140 mila euro».

In questo ventennio quanta gente famosa è passata?

«Davvero tanta. Oltre ad Alberta Ferretti che aveva qui il suo mega yacht ormeggiato, un rimorchiatore trasformato in barca extra lusso (ora venduto, ndr), come non citare Lucio Dalla. E il suo yacht Brilla e Billi, dal nome dei suoi due cani, un 22 metri divenuto col tempo una sorta di studio di registrazione, con tanto di pianoforte all’interno. E poi i proprietari del marchio L’Oreal Paris, moglie e marito, e il titolare della società di telefonia Orange. Fino al cantante pop Jamiroquai. Aveva fatto arrivare la barca dalla Croazia e se ne stava spesso in darsena. Poi la sera andava in discoteca in collina».

Ci racconti qualche aneddoto curioso.

«Ricordo il proprietario del marchio L’Oreal Paris, che aveva una segretaria che saldava i suoi conti, mentre lui dispensava mance da 500 euro a camerieri e marinai. E, poi, Lucio (Dalla, ndr), era solito girare in costume e si fermava a parlare con tutti. Per ricordarlo abbiamo installato una scultura che lo riproduce seduto su una panchina».

Ci sono attualmente ormeggiati yacht di personaggi famosi?

«Certo che ci sono. Barche di capitani di azienda importanti, con qualche migliaio di dipendenti. Ma per la privacy non posso rivelare i nomi».

Quanto pesò la cosiddetta legge sulle barche varata dal governo Monti sulla fuga di yacht?

«Vi dico solo che in termini di fatturato ha pesato 500 mila euro circa, solo per i grandi yacht dei clienti del gruppo Ferretti, barche da 24 metri, che, causa quel provvedimento, salparono verso altri lidi. Insomma, il fatturato calò di un milione di euro, passando dai 3,5 milioni del 2010 a 2,5 milioni dell’anno successivo. Ora siamo risaliti sui 3 milioni di euro circa»

L’attuale situazione di crisi energetica quanto sta pensando sulla darsena?

«Moltissimo. Tra luglio e agosto ci è arrivata una bolletta di 105 mila euro solo di luce, lo scorso anno era stata della metà. E per tutto il 2021 avevamo pagato 140 mila euro di luce. Una cosa assurda, che ci ha costretto ad aumentare il costo dell’energia elettrica ai nostri clienti, da 0,30 a 0,90 euro a kilowattora, e a spegnere la luce nella piazza ed accendere in modo alternato i lampioni nei viali. Stiamo, comunque, cercando di porre rimedio col fotovoltaico per renderci autosufficienti, ma la soprintendenza ci ha bocciato, per ora, il progetto. Speriamo ci venga approvato quanto prima. Circa il gas no abbiamo grossi problemi, lavoriamo con le pompe di calore alimentate elettricamente. E comunque, passeremo alla cogenerazione. Con l’acqua, invece, siamo autonomi: il dissalatore ci permette di non dipendente dalla rete idrica pubblica».

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