Danza, Michele Merola a Cesena con la sua compagnia

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La bella danza italiana contemporanea torna in scena al teatro Bonci di Cesena, stasera alle 21. Protagonista è la MM Contemporary Dance Company di Reggio Emilia, diretta da Michele Merola. La compagnia torna al Bonci (marzo 2018) con due coreografie diverse e affascinanti. Sono “Gershwin suite” di Michele Merola, e “Schubert frames” di Enrico Morelli, coreografo residente. Torna in un momento cruciale per le sorti della danza Italiana; è di una decina di giorni fa la nascita di un “Tavolo permanente della danza” istituito dal ministro Dario Franceschini al Mic. Proposta che sembra avere accolto il «j’accuse» lanciato da Roberto Bolle alla Camera, nel dicembre scorso.

Michele, la MM torna a Cesena e va in tournée; si può considerare una ripresa a tutti gli effetti?

«Posso dire che anche durante la chiusura dei teatri con enormi sacrifici non abbiamo smesso di provare. Adesso torniamo a girare, peraltro a settembre abbiamo danzato in Spagna in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. Per una compagnia di giro e privata come la nostra, che non ha sovvenzioni se non minimi contributi ministeriali e regionali, l’attività continuativa è fondamentale».

Introduca le due coreografie su musiche di Schubert e Gershwin.

«Fanno parte del progetto dedicato ai grandi compositori. “Schubert frames” è un pezzo coreograficamente astratto, molto romantico, una vera carezza per il pubblico, musicalissimo. Proprio la spiccata musicalità è la cifra stilistica del coreografo Enrico Morelli, già nostro ballerino (nel 2008 danzò a Cesena). Lui riesce ad assorbire la musica e a farla propria, rendendola sensibile sulla partitura coreografica. È un pezzo che ti porta in una dimensione sognante. Per quanto concerne il mio “Gershwin suite”, si caratterizza per legare la musica del compositore americano ai quadri del pittore Edward Hopper, entrambi statunitensi. Due componenti che sembrano distanti ma che ho sentito di avvicinare; la scena si fa spoglia, palco nudo, niente quinte né fondale; la compagnia dà forma ad alcuni quadri famosi di Hopper. Si parte dall’immagine per raccontare storie di solitudini, d’amore, di vita di danzatori, con momenti di divertimento e malinconia. Alterno brani di Gershwin da show con altri più introspettivi. Si creano due atmosfere molto diverse, secondo il nostro stile; mostrare cioè la compagnia in due vesti differenti all’interno di una serata con doppio coreografo».

Cosa state programmando di nuovo?

«Il triennio 2022-24 sarà dedicato alla coreografia femminile, avremo tre nuove creazioni realizzate da tre diverse coreografe. Nel 2023 ci attende una tournée importante che toccherà Inghilterra, Finlandia, Norvegia; nel 2024 la compagnia debutta con una nuova coreografia creata da Maguy Marin, di cui in repertorio abbiamo già la sua “Duo d’Eden” (creazione del 1986)».

Cosa si aspetta invece dal neonato Tavolo della danza?

«Mi aspetto che le compagnie di giro come la nostra, che rappresentano l’80 per cento dell’offerta di danza, possano avere un finanziamento adeguato per continuare a portare la danza nelle grandi città, in quelle medie e nei paesi, facendo una reale cultura della danza. E possano mantenere l’organico; una compagnia di 9 danzatori fissi come la nostra muove una ventina di persone. Del resto la danza è stata dimenticata per anni ma solo dalla politica, non dal pubblico che accorre numeroso».

Info: 0547 355959

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