Danza, "Don Juan" di Cristoforetti al Bonci di Cesena

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La danza e un personaggio universale come Don Giovanni si intrecciano stasera alle 21 al teatro Bonci di Cesena. Va in scena “Don Juan” interpretato da Aterballetto, compagnia contemporanea di punta diretta da Gigi Cristoforetti, su coreografia dello svedese John Inger, drammaturgia di Gregor Acuña-Pohl, musiche originali di Marc Álvarez orchestrate da Manuel Busto con l’Orquesta de Extremadura. Sedici i danzatori sul palco in una coproduzione di Ravenna festival che ha ottenuto il Premio Danza&Danza 2020.

La lettura di Inger nei confronti del personaggio ossessionato dalle donne, incallito sciupafemmine, assume un taglio psicoanalitico; così l’autore si interroga sulle ragioni che hanno reso Don Juan quello che è. Le attribuisce alle esperienze affettive infantili e, in primis, al rapporto con la madre: «Il nostro protagonista cerca la madre in ogni incontro con l’altro perché lei lo ha lasciato da piccolo – ha dichiarato Inger –. L’abbandono ha determinato nel bambino vuoto interiore e immaturità della sfera emotiva e sentimentale. Per colmarlo, e fare fronte alla separazione dal ventre materno, Don Juan ha bisogno di collezionare grembi femminili. Così ricerca la madre, che nella sua mente è più simile a un fantasma, in ogni donna che seduce».

L’immagine della madre tormenta la psiche di Don Juan, e sostituisce nella coreografia il personaggio del “Commendatore” della letteratura dongiovannesca. Rispetto al debutto, lo spettacolo ha subito qualche cambiamento.

Cristoforetti, quali aggiustamenti si vedranno in questo “Don Juan”?

«Le musiche sono state riorchestrate e, secondo me, sono cresciute tantissimo; all’inizio lo presentavamo come atto unico, ora abbiamo inserito un intervallo che crea una diversa scansione drammaturgica. Aggiungo che i danzatori, mese dopo mese, hanno fatto più propria la creazione. Nei ruoli principali di Don Juan e della madre inoltre, alterniamo due danzatori nelle diverse serate. Ricordo pure che la compagnia è passata da 16 a 18 danzatori. Scelta questa che ci ha permesso di andare sempre in scena, anche nei mesi difficili di positività al Covid-19».

Nel tempo sospeso della pandemia, Aterballetto ha realizzato danza virtuale come si è visto in tivù, ma anche le “Micro danze” con cui ha ottenuto il Premio Danza&Danza 2021 “progetto speciale”; tre di queste micro danze, in realtà virtuale, a fine gennaio sono state presentate al Padiglione Italia di Expo Dubai 2020. Cosa può dire di queste creazioni?

«Le “Micro danze”, progetto internazionale in collaborazione con Atene e Bruxelles, sono performance danzate di 6, 7 minuti in luoghi d’arte e in spazi della città. Sono 21, realizzate con artisti di nazionalità, stili, età diverse. L’intento è di incontrare nuovi pubblici in nuovi spazi. Espandono la creatività degli artisti che si trovano con il pubblico a pochi metri, che gli gira attorno. Permettono di entrare in luoghi inimmaginabili per la danza, come è avvenuto ad Atene al Museo dell’Acropoli. In estate le porteremo a Castel Sant’Angelo a Roma, in ottobre nella Notte bianca ai Musei di Parigi. Non semplici performance, è un progetto creativo di una forma di danza che definirei espositiva. Si interroga su cosa la danza può fare strutturalmente per posti articolati, complessi, diversi».

L’essere, come lei, direttore ma non coreografo, come sta trasformando la compagnia?

«Mi spinge ad esempio a ricorrere ai coreografi ritenuti migliori, per ogni singolo progetto. Ambizione questa incompatibile quando si ha un coreografo direttore. Ma la volontà di Aterballetto è ora quella di diventare Centro coreografico nazionale, finora siamo centro di produzione. Abbiamo già depositato la domanda per competere in questa categoria che, per la prima volta, il ministero ha introdotto; noi dovremmo essere gli unici ad avere i requisiti richiesti».

Qual è il suo pensiero sulla danza di oggi?

«Credo che la danza sia un linguaggio internazionale e intergenerazionale che ha una forza unica. Non deve però chiudersi in una nicchia ma allargare attività, ambizioni, incontri con gli altri settori della cultura. Tenendo presente che quello di oggi è un mondo complesso, fatto di ibridazioni».

Euro 26-15. Info: 0547 355959

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