Dante, un romagnolo acquisito

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Dante Alighieri morì a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. Tra pochi giorni, quindi, ricorrerà il settecentesimo anniversario della dipartita in terra di Romagna del più importante, conosciuto e influente tra i poeti italiani, anche se definirlo poeta è senz’altro riduttivo.

Politico, scrittore, saggista, influencer ante litteram, Dante (perché tutti lo chiamiamo confidenzialmente così, per nome, come un amico, privilegio riservato a pochi; persino nelle strade o nelle piazze a lui intitolate il cognome è trascurato dai più) è non solo il padre della nostra lingua, ma il fratello saggio al quale tutti ci rivolgiamo in cerca di ispirazione, o anche solo di una citazione colta. E 700 anni per lui sembrano davvero pochi, tanta è la freschezza delle sue parole, tale l’acutezza dei suoi pensieri.

Il festival Dante2021

In questo settecentenario, data davvero speciale, il festival Dante2021 affronta l’Alighieri da differenti punti di vista, cercando approcci nuovi attraverso incontri, spettacoli e concerti di sicuro interesse.

Oggi alle 17.15, negli Antichi Chiostri Francescani, saranno le parole di Ernesto Giuseppe Alfieri (presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna), Claudio Marazzini (presidente dell’Accademia della Crusca) e Domenico De Martino (direttore artistico di Dante2021) a salutare l’apertura ufficiale del festival.

A questo appuntamento farà seguito la prolusione di Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca. Sabatini, docente emerito di Storia della lingua italiana all’Università di Roma Tre, nonché uno dei più competenti e acuti divulgatori danteschi e non solo, è noto al grande pubblico per i suoi interventi in radio e in tv.

Sempre ai Chiostri Elisa Binda e Mattia Perego presenteranno, con letture di Amerigo Fontani, La felina commedia (Einaudi Ragazzi, 2021). Con questo nuovo lavoro la coppia ha deciso di misurarsi proprio con Dante. Che, per l’occasione, è il nome di un gatto che scoprirà insieme al compagno di viaggio, il micio Virgilio, che fine fanno i felini che in vita si sono comportati bene e quelli che si sono comportati male.

Dante in romagnolo

Alle 21 poeti e scrittori del territorio sveleranno ai Chiostri un Dante (in) romagnolo. Dopo tutto, Dante visse i propri ultimi anni immerso nel volgare romagnolo, di cui resta traccia anche nelle prime copie della Commedia; toccherà allora a Giuseppe Bellosi, Francesco Gabellini, Nevio Spadoni, Gianfranco Miro Gori, Alex Ragazzini e Annalisa Teodorani svelare i collegamenti esistenti tra la lingua e l’opera di Dante e la ricchezza linguistica (e antropologica) custodita attraverso i secoli nel dialetto della città e della regione che accolsero il poeta nel suo esilio.

Domani

Il festival continua domenica 5 settembre, alle 11, con Roberta Cella e Antonino Mastruzzo dell’Università di Pisa per discutere la Carta ravennate, testo poetico predantesco fra i più misteriosi e affascinanti.

Sempre domani, alle 17.15 il giornalista Rai Alberto Puoti conversa con il geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi per raccontare un Dante osservatore del mondo naturale.

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili; l’accesso, consentito con Green Pass, è possibile da un’ora prima.

Info: 351 6388442 www.dante2021.it

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