Dallo Ior 300mila euro per la chirurgia robotica a Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini

Rimini

Non c’è dubbio che gli avanzamenti tecnologici abbiano un impatto rilevante nel quotidiano di ciascuno di noi: la medicina in questo non fa eccezione, al contrario se alcune malattie sono sempre più curabili in termini di qualità di vita per il paziente, molto si deve al progresso dei macchinari a disposizione dei professionisti. Per questo motivo l’azienda USL della Romagna ha deciso di spingere sull’acceleratore dell’innovazione tecnologica: una strada che ha intrapreso già a partire dal 2007 con l’installazione del Sistema “Da Vinci” presso l’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì; all’ospedale di Rimini e Cesena è già in funzione da qualche mese, mentre a Ravenna, si procederà al suo posizionamento, appena sarà ultimata la nuova centrale di sterilizzazione, prevista per inizio 2023. L’installazione nei diversi ambiti dell’Azienda di questi sistemi permetterà una maggior velocità nella curva di apprendimento della tecnologia robotica ad un numero sempre maggiore di chirurghi. La convinzione sulla validità di questo percorso è tale che i vertici della Sanità del territorio hanno deciso di varare un nuovo programma sperimentale d’adozione e valutazione della Chirurgia Robotica presso i 4 ospedali polispecialistici di riferimento del territorio.

 L’ottica è sempre quella di un’implementazione di un sistema a rete come quello voluto e teorizzato dal prof. Dino Amadori prima della sua scomparsa: un network che possa esaltare le diverse vocazioni specialistiche degli ospedali, distribuiti sul territorio della Romagna, al contempo favorendo la strada della specializzazione in aree e branche della medicina, strada che soprattutto in ambito oncologico si è dimostrata essere la migliore in termini di presa in carico e sopravvivenza del malato, e garantendo che qualunque cittadino della Romagna possa beneficiare dei massimi standard di cura a una manciata di chilometri da casa. Il nuovo robot chirurgico verrà infatti utilizzato per gli interventi relativi al tumore dell’esofago, pancreas, fegato e vie biliari, mammella, polmone e chirurgia bariatrica, per quel che concerne l’Ospedale di Forlì; neoplasie a carico dello stomaco, del rene e dell’ovaio per l’”Infermi” di Rimini; chirurgia del politrauma, HIPEC e chirurgia d’urgenza al “Bufalini” di Cesena; e infine carcinoma del colon-retto e malattie croniche infiammatorie intestinali al “Santa Maria delle Croci” di Ravenna.

            Ovviamente queste nuove tecnologie presentano costi notevoli per il Sistema Sanitario Nazionale: ma l’Istituto Oncologico Romagnolo è pronto a fare la sua parte per rendere sostenibile l’implementazione di questo importante progetto. L’organizzazione no-profit fondata nel 1979 proprio dal prof. Dino Amadori ha deciso di riconoscere una donazione di 150.000 euro per il 2022 e di 150.000 euro per il 2023, per un totale di 300.000 euro, affinché il robot chirurgico possa trovare applicazione sui campi precedentemente elencati e fare la differenza nel percorso di cura dei pazienti del territorio.

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