Dall’addio alla zona Covid arancione un 15% medio di aumento

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Già nel pieno della pandemia, quando si trattò di tirare le somme sull’anno appena passato agli archivi, i segnali erano tutto sommato incoraggianti. Oggi che il Covid inizia a dare tregua e le restrizioni si allentano sempre più, le sensazioni iniziano a diventare per fortuna certezze: con la riapertura di ristoranti, bar e attività varie il Centro Agro Alimentare riminese ha infatti riacceso i suoi motori a pieni giri.

Lo conferma Gianni Indino, presidente nel 2019 e al timone per il triennio che si chiuderà nel 2022. Un presidente che parte da quel 2020 che è stato oggettivamente il periodo più complicato della storia recente dell’economia planetaria: «Lo abbiamo chiuso comunque con oltre 41.000 automezzi che hanno varcato i nostri cancelli, 904.725 quintali di prodotti movimentati (appena 10.000 in meno del 2019), tre mesi con numeri superiori e uno praticamente in pareggio rispetto all’anno precedente e un calo di ingressi del 32% figlio esclusivamente della scelta di chiudere nel pomeriggio».

Un presidente che torna a guardare al futuro con fiducia e con l’innato entusiasmo che lo fa ripartire di slancio verso gli obiettivi prefissati all’atto dell’insediamento.

Indino, cosa ci dicono queste prime settimane di zona gialla?

«Da quando si è lasciata la zona arancione si è notato un netto aumento della movimentazione merci. E anche sulle vendite c’è stato un segno più che positivo: con le dovute differenze da azienda ad azienda, si attesta su un più 15% medio. Anche 20% in certi casi. Restando ai numeri, aprile 2021 ha registrato un 6% in più di quantità scaricata rispetto all’aprile 2020, mentre su maggio i dati ancora in elaborazione».

Come stanno andando le cose in fatto di prezzi e richieste?

«Il prezzo è “ballerino”, ma ha tenuto nonostante le gelate tardive in zona che facevano temere il peggio. Per quanto riguarda il prodotto, è molto apprezzato quello di qualità superiore, soprattutto per quanto riguarda le primizie e la frutta, in particolare ciliegie».

A breve, dal 14 giugno, dovrebbe esserci anche il passaggio in zona bianca e quindi il ritorno a una stagione pre Covid in fatto di restrizioni: che estate si attende?

«Per quanto riguarda il Caar, mi aspetto ora molto dal contributo che il comparto turistico, dell’ospitalità alberghiera e della ristorazione potrà dare al nostro mondo. E mi aspetto soprattutto una stagione in cui la riapertura dei confini con il green pass dia un grande slancio e diventi il viatico migliore per incrementare ulteriormente numeri già soddisfacenti»

Quando ha accettato l’incarico che obiettivi si era posto?

«Voglio evidenziare prima di tutto che il Caar è una grande risorsa del territorio. Ne ero già conscio, ma quando mi ci sono avvicinato due anni fa ho subito compreso di essere alla guida di un vero fiore all’occhiello per la nostra provincia e non solo: il Centro Agro Alimentare è a tutti gli effetti un punto di riferimento per la ricerca, grazie a un importante laboratorio di analisi di sementi per la coltivazione di ortaggi, frutta e cereali e ha al suo interno l’Agenzia delle Dogane, grosse aziende di logistica e trasporti e un padiglione di cash&carry come Marr che ne fanno un unicum. Siamo fra i più sani, innovativi, capaci di creare profitti e lavoro e di generare indotto in Italia, tanto da essere apprezzati ovunque. Ma non ci fermiamo certo a cullarci sugli allori e lavoriamo anzi a fondo per crescere sempre più»

Da qui il processo di accorpamento in corso.

«Da oltre un anno, insieme alla Regione abbiamo intrapreso una serie di incontri con le realtà territoriali di Cesena, Bologna e Parma in un percorso di aggregazione mirato a diventare un Centro alimentare all’ingrosso aggregato fra i primi in Italia per movimentazione di prodotti e imprese impegnate. Stiamo attivando sinergie e reti d’impresa per proporci su un territorio più vasto: non solo nazionale, ma europeo e anche mondiale. Ne è la riprova il nostro ingresso in Italmercati, rete d’impresa della quale è stata rinnovata la governance proprio in questi giorni con la conferma del presidente Massimo Pallottini, al quale auguriamo buon lavoro. Dopo un nostro primo anno di assestamento, abbiamo compreso l’importanza e le potenzialità di fare sinergia con tutti i centri agroalimentari d’Italia. Aspettative per alcuni utopistiche, ma io che ho il termometro della situazione dei nostri produttori, grossisti e commercianti so per certo che sono attori dalla capacità imprenditoriale importante per sviluppare un progetto tanto ambizioso. Sono sicuro che avremo ottimi risultati e che l’impegno profuso da ogni attore porterà a obiettivi fino a qualche anno fa inaspettati».

Con il ritorno a pieno regime, può anche riprendere l’altro progetto cui ha sempre detto di tenere molto: una maggior apertura del Caar al territorio

«Era un mio grande sogno, la pandemia ha bloccato una serie di iniziative in itinere ma si può stare certi che non ho dimenticato l’impegno preso e prima della fine del mandato avvicineremo la città a questo complesso che dà lavoro a centinaia di persone e di cui come cittadini riminesi dobbiamo essere fieri. Per farlo in maniera concreta, faremo incontrare il Caar con i clienti finali, con i cittadini, perché ancora molta gente di Rimini non lo conosce e ancora meno conosce le sue grandi potenzialità».

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