Ci vuole un fisico bestiale: il triathleta di San Mauro 2° all'EagleXman scalando Campo Imperatore

Secondo Luca Carboni ci vuole un fisico bestiale per reggere gli urti della vita. Se gli urti poi si presentano sotto forma di 3,8 km a nuoto, 180 km in bicicletta in montagna e 42 km di corsa, il fisico richiede doti da “iron man”. Quelle che ha sfoggiato il sammaurese Nicholas Montemaggi protagonista domenica scorsa di un risultato a dir poco sensazionale. Il triatleta si è piazzato al secondo posto assoluto nella gara EagleXman, sul Gran Sasso in Abruzzo, al termine di una competizione massacrante durata 14 ore e 22 minuti. Giusto per dare l’idea della complessità dell’evento: i partecipanti allo start erano 43, quelli arrivati in fondo appena 19. Neanche la metà dunque. Difficile reggere sforzi simili quando la partenza è alle 5.30 e subito si inizia con la frazione a nuovo di 3.8 chilometri sul Lago di Campotosto, a cui fanno seguito 180 chilometri in bici con oltre 4.400 metri di dislivello in un percorso che includeva anche la famosa salita di Campo Imperatore, nelle memorie di tutti per l’impresa di Marco Pantani al Giro d’Italia. Non paghi dello sforzo ecco spuntare la maratona di 36 chilometri in un circuito da affrontare due volte con 900 metri di dislivello, e con la ciliegina degli ultimi 6 chilometri a 1.000 metri di dislivello in una vera e propria scalata. La classifica finale ha detto primo posto per l’ex ciclista professionista Andrea Masciarelli, a seguire il sammaurese. «Momenti veri di difficoltà non ne ho avuti - racconta Nicholas - Ogni frazione ha girato tutto per il verso giusto. Ho seguito alla lettera la strategia di gara che avevo preparato insieme al mio allenatore e al nutrizionista. La parte forse più dura è stata la scalata in bici di 50 chilometri che da Ofena (482 sul livello del mare) mi ha portato di nuovo fino all’Altipiano di Campo Imperatore (1.770 metri). Dura perché affrontata a mezzogiorno con un sole che spaccava le pietre e neanche un albero per strada che desse almeno qualche momento di pedalata all’ombra». La soddisfazione per il risultato finale è tanta. «E’ stata un’impresa costruita con il duro lavoro insieme alla mia squadra Td Rimini, seguito da professionisti come il mio allenatore di triathlon Francesco di Aluigi Triathlon Program, l’osteopata Naciketa Tiwary ed il nutrizionista Samuele Valentini». E riguardo le emozioni? «Le ho avute dopo la scalata a piedi finale di 6 chilometri, affrontata con il mio compagno di squadra Francesco Grilli che mi ha fatto da supporto (per gli ultimi 6 km era obbligatorio) e mi ha spronato con frasi di incoraggiamento a non mollare. Arrivato in cima ho visto la linea del traguardo a Campo Imperatore dove c’erano ad aspettarmi la mia famiglia e amici che sono stati fondamentali a supportarmi in ogni momento della gara, in quanto totalmente autogestita e non vi erano dei veri e propri ristori lungo il percorso. La finish line la dedico alla mia compagna Jessica e al futuro triatleta che porta in grembo, vederla con quel pancione e le lacrime di gioia all’arrivo è stata per me la cosa più bella di tutta la giornata».

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