Da Rimini a Los Angeles, tagliatelle e beneficenza con le rockstar

È cresciuto a Rimini, vi si è formato alla scuola del Palace Hotel e sul territorio ha dato il la al fortunatissimo format dei Transilvania Rock Horror Caffè che negli anni Novanta hanno segnato un’epoca arrivando a mettere in fila una catena di ben 35 locali in tutta Italia, prima di sbarcare in Germania, in Inghilterra e negli Usa. Ed è proprio negli Stati Uniti che Umberto Ferri si è trasferito, diventando per tutti “Ice” Ferri. Nel tempo vi ha aperto diversi locali, fino al ristorante “Casa Modena” che conduce personalmente a Los Angeles facendo incetta di vip, volti noti del jet set (in una recentissima foto sui social lo si vede dare il benvenuto a Calvin Klein) e di rock star come i Metallica che ne sono habitué. Sono passati quasi 26 anni dall’illuminazione che lo portò ad aprire il Transilvania di Misano Adriatico (“Fui il primo ad associare l’immaginario dei film horror a un’idea di ristorazione alternativa, a uso e consumo di gente che ama il genere, ma che vive anche di music rock, metal, dark…” ricorda) ma il legame con l’Italia e la Riviera non si sono certo spezzati. Tutt’altro. Il 31 ottobre scorso, nella serata di Halloween, vicino all’uscita dell’autostrada A1 Panoramica di Pian del Voglio tra Bologna e Firenze l’imprenditore riminese ha inaugurato infatti il Transilvania Hotel con camere horror, ristorante e pub e già sogna il bis in Romagna anche di questo format. Nel frattempo colleziona riconoscimenti a stelle e strisce e sarà a breve protagonista a fianco di Dave Grohl dei Foo Fighters di un evento culinario il cui ricavato andrà a supporto della lotta contro i tumori Ferri, il suo sogno americano si è trasformato in una splendida realtà. «Direi proprio di sì e per questo devo ringraziare i musicisti e gli artisti passati in Italia negli anni ’90. “Vai negli Usa che sarai di certo più apprezzato che qua, sei il tipo giusto per gli Stati Uniti” mi hanno detto, ed eccomi qua realizzato e felice. Sono infatti il solo italiano a Los Angeles a essere entrato a far parte di un giro di elite fatto di produttori, artisti, musicisti e stilisti: li ho conquistati non solo con la qualità della cucina, ma anche con la mia schiettezza romagnola. “Se non vi piacciono le mie tagliatelle romagnole o i cappelletti andate un po’ più avanti, da Mc Donald” ripeto ai clienti e c’è addirittura un cartello all’ingresso del ristorante che li avvisa di questo. “Siete tutti benvenuti ma con questo avvertimento: non serviamo maccheroni & cheese, fettuccine Alfredo, garlic, pane e burro e spaghetti con le polpette” recita e piace molto agli americani veri questo non piegarsi alle loro abitudini».