Viaggio nel mondo di Minghini con la Gambalunga

Cultura

“La Gambalunga racconta” è la nuova rubrica pubblicata sui canali web e social del Comune di Rimini che, ogni mercoledì, apre le porte dei tesori della biblioteca civica più antica d’Italia, fra curiosità e notizie tratte dai fondi antichi, dall’archivio fotografico, dai periodici locali d’epoca.

Dopo la prima puntata dedicata alla disputa secolare intorno al tema del segno zodiacale della città di Rimini, da oggi sui social e sul sito del comune di Rimini si può entrare virtualmente nello studio fotografico in Corso d'Augusto "Cine-foto D. Minghini", custodito dall’archivio fotografico della Biblioteca Gambalunga.

“Fotografo. Figlio di fotografo. Il morbo fotografico ce l'aveva nel sangue. Figlio d'arte lo si potrebbe considerare. Che non cercava lucro ma ritraeva immagini della sua città e dei suoi abitanti, i segni del suo volto, per passione, trascurando spesso i crediti che accumulava”. Così Liliano Faenza ricordava Davide Minghini (1915-1987) per quarant'anni narratore per immagini della vita politica e sociale riminese, amico e fotografo personale di Federico Fellini. Di lui la Biblioteca Gambalunga conserva il prezioso archivio di oltre mezzo milione di scatti, databili tra il 1956 e il 1988. In gran parte digitalizzato l'archivio è consultabile on-line.

Davide Minghini (1915-1987) fu per quarant'anni il fotografo ufficiale di Rimini. Dopo un lungo apprendistato, nel 1947 Minghini apre il proprio studio fotografico in Corso d'Augusto, registrandolo sotto il marchio "Cine-foto D. Minghini". Nel 1955 entra a far parte come fotoreporter dell'edizione riminese del "Resto del Carlino". Seguirono la collaborazione con l'ANSA e con la maggior parte delle testate giornalistiche locali. Il contributo iconografico di Minghini alla pubblicistica riminese spazia dalla stampa all'editoria. Per l'Azienda di soggiorno costruì l'immagine della moderna metropoli turistica. Nel 1967 collaborò per la parte fotografica a "La mia Rimini" di Fellini. Nel 1971, su sollecitazione degli amici del Circolo della stampa, tenne la sua prima mostra personale nel Palazzo del Podestà; seguì nel dicembre 1973 la mostra fotografica "Minghini e l'Amarcord di Fellini" e nel 1983 "Tatacord. Percorsi felliniani nelle immagini di D. Minghini".

Nel maggio del 1999 l'imponente archivio di Davide Minghini (1915-1987) confluisce per volontà degli eredi in Biblioteca Gambalunga: 530.544 negativi su pellicola, 4.465 negativi su lastra di vetro, 5.684 diapositive, 23.630 stampe fotografiche originali. Un archivio con mezzo milione di scatti, di cui dal 2012 è in corso la catalogazione e la digitalizzazione. La copertura cronologica, per il materiale datato, va dal 1956 al 1988. Dalla varietà di temi della cronaca si generano molteplici percorsi iconografici: l'economia turistica, l'evoluzione del costume, lo sport, la cultura, la trasformazione del territorio, l'attività dell'Amministrazione comunale (lavori pubblici, restauri, cerimonie e ricorrenze, visite di delegazioni straniere e ricevimenti di autorità). Altri generi che caratterizzano l'archivio Minghini riguardano la fotografia industriale, d'architettura e di paesaggio, di riproduzione di opere d'arte e documenti, e la fotografia ad uso legale; infine, il nucleo delle fotografie private, dai ritratti alle cerimonie familiari.

Per saperne di più https://bibliotecagambalunga.it/archivio-fotografico-davide-minghini

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