Il vescovo Battaglini, primo cesenate europeo
SAN MAURO. ‹Ci sono persone, note ai loro tempi in campo nazionale e internazionale, su cui si è steso un velo di polvere, un incomprensibile oblio e che è giusto riscoprire e rendere presenti alla nostra attenzione, ripercorrendo i tratti fondamentali della loro insolita vicenda personale››.
Lo sottolinea Piergiorgio Grassi, già ordinario di Filosofia delle religioni e docente di Sociologia delle religioni alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino, in apertura della sua trattazione biografica dal titolo “Il vescovo Marco Battaglini. Un sammaurese alla ribalta europea del Seicento”. Il volume, edito dal Ponte Vecchio, reca la presentazione di Gianfranco Miro Gori.
Nato a San Mauro il 25 marzo 1645, Battaglini studiò a Cesena diritto e teologia. Ordinato sacerdote nel 1665, affiancò alla carriera di giurista l’interesse per gli studi in campo filosofico e storico sia di storia sacra che di storia profana, divenendo autore di numerose e diffuse pubblicazioni come la “Storia universale dei Concili” del 1689.
Negli “Annali del sacerdozio e delle religioni dell’Imperio” (in quattro volumi, Venezia 1701-1711) ripercorse gli avvenimenti più importanti del XXVII secolo. Vi era adombrata in germe la tesi secondo cui la storia della Chiesa si sviluppa nella storia degli uomini e non può esserne separata.
Nominato vescovo di Nocera Umbra nel 1690, ivi restò fin al 1716, quando ricevette l’incarico di vescovo di Cesena.
Grassi, perché l’opera di Marco Battaglini si mostrò quella di ‹‹un intellettuale con orizzonti europei››?
‹‹Le sue opere erano note in tutta Europa. Lo storico francese Jean-Pierre Niceron lo cita ampiamente nelle sue “Memorie per la storia degli uomini illustri della repubblica delle lettere”, opera monumentale in 38 volumi, apparsa dopo la morte di Battaglini. Non si contano poi i riferimenti in pubblicazioni di varia natura (volumi ,opuscoli…). Ovviamente non mancarono le obiezioni e le polemiche, com’è normale che accada quando si presentano tesi controverse››.
Quali ad esempio?
‹‹Mi riferisco in particolare alla “Storia generale dei Concili”, in cui prese posizione contro Luigi XIV, il Re Sole che, appoggiato dal vescovo Jacques Benigne Bossuet, sosteneva la tesi secondo cui i deliberati dei Concili ecumenici erano superiori al parere del pontefice e ne limitavano il potere spirituale. Indirettamente si intendeva ribadire il potere del sovrano in questioni ecclesiastiche. Il testo di monsignor Battaglini, scritto in italiano – e anche questo rappresentava allora una novità –, documentava un’opposta interpretazione ed era, in tal senso, chiaramente di appoggio alle posizioni della Santa Sede che aveva aperto un duro contenzioso con il monarca francese››.
Perché il suo lavoro di storico si poté considerare una moderna applicazione delle “scienze ausiliarie” della storia?
‹‹Battaglini aveva una solida preparazione giuridica che da giovane lo aveva reso noto per alcuni scritti di filosofia del diritto e di filosofia politica. Quando decise di dedicarsi interamente alla storia, aderì a una impostazione che privilegiava i documenti, attenta dunque a convalidare con prove di diverso tipo i risultati della ricerca. In questo esprimeva lo spirito del tempo, influenzato dalla nuova concezione della scienza (di Keplero, di Galilei, di Cartesio)››.
Infine, lei sottolinea come da lontano egli avesse sempre amato ‹‹la sua piccola patria››, a cui in molti modi aveva reso onore.
«Ricordiamo che fu vescovo per molti anni di Nocera Umbra e rifiutò la promozione a incarichi più elevati. Amava ritornare a San Mauro dov’era nato e dove aveva abitato sino a quindici anni. Amava la casa dove aveva studiato sotto le cure dello zio sacerdote che era titolare della chiesa plebale del luogo, così come amava la campagna rigogliosa che si estendeva dalle colline al mare. Pochi mesi dopo essere stato nominato vescovo di Cesena, si ammalò e chiese di essere trasportato nel paese natale, dove morì il 19 settembre 1717››.
Come potrebbero svilupparsi ancora gli studi attorno alla sua figura?
‹‹Potrebbe essere questa l’occasione per invitare qualche giovane studioso a rendere presente il vescovo Battaglini in maniera ancora più circostanziata, con una ampia monografia, utilizzando materiali dell’Archivio apostolico vaticano, resi oggi accessibili agli studiosi, e dell’Archivio diocesano di Nocera Umbra. Ne uscirebbe ancor più illuminata la figura di un vescovo con i piedi ben piantati nelle questioni controverse e capace di vedute larghe, in dialogo aperto con la cultura del suo tempo››.