Van Gogh, esce l'autobiografia mai scritta

Cultura

"Van Gogh. L’autobiografia mai scritta". Uno degli artisti più amati ed emblematici di sempre, raccontati da uno dei critici d’arte più seguiti in Italia: Marco Goldin, che in Romagna ha lasciato un ricordo indelebile per le grandi mostre organizzate a Castel Sismondo di Rimini nonché a San Marino.
Sta per uscire per La Nave di Teseo un ritratto inedito della vita e dell’opera di van Gogh facendo riferimento alle sue lettere, che diventano non solo l’occasione per lo svolgimento di una vera e propria trama, ma anche il riferimento assoluto pagina dopo pagina. Quasi come fosse van Gogh a raccontarsi, in una sorta di autobiografia che non ha mai scritto. La vita si intreccia con l’opera e ugualmente l’opera entra nella vita.
Pubblicazione in contemporanea con la grande mostra Van Gogh. I colori della vita (Padova, Centro San Gaetano, apertura al pubblico il 10 ottobre), a cura di Marco Goldin, con 100 opere di cui 83 di van Gogh.

MARCO GOLDIN, nato a Treviso, è storico dell’arte e curatore. Da vent’anni studia la vita e l’opera di van Gogh, al quale ha dedicato alcune mostre di grande successo, un romanzo, vari saggi e cataloghi, spettacoli teatrali e soggetti cinematografici.

“Van Gogh non era pazzo. Si è avvicinato al sole, prima cercandolo, poi fuggendone via. Vi è rimasto impigliato, con un filo che mai più ha districato, stringendolo nella mano. Fino a quella spiga di grano rimasta nella tasca della sua giacca, sotto il cielo di Auvers, prima di sera. Accanto a un covone. Sotto le stelle del firmamento.Van Gogh non era pazzo. Ha camminato danzando sulla vita, come sul filo mai interrotto di un vulcano. E lapilli e piccoli falò e notti e stelle. E apparizioni e misteri. Ha creato con la disciplina della sua anima un mondo inarrivabile, il mondo di un eroe. Colui che arriva a toccare il sole e poi riesce a raccontarne il fuoco e il calore, la luce che abbaglia. E quella luce la fa diventare colore. Un colore che nessuno mai aveva dipinto così prima. E mai nessuno ha dipinto poi.” Marco Goldin

“Ho un debito nei confronti del mondo, e anche l’obbligo – perché ci ho camminato sopra per trent’anni – di lasciargli in segno di gratitudine qualche ricordo in forma di disegni o di quadri – che non sono stati fatti per piacere all’una o all’altra tendenza, ma per esprimere un sentimento umano sincero.”
Lettera di Vincent van Gogh al fratello Theo, 7 agosto 1883

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui