Tagli ai festival, i Motus: «Santarcangelo non è un costo: è un atto necessario»

Cultura
  • 02 luglio 2025

Ecco l’intervento diffuso dalla compagnia rminese Motus dopo la notizia dei tagli ministeriali ai festival teatrali.

Noi, Motus, compagnia che ha avuto l’onore di dirigere il Festival di Santarcangelo e che da oltre trent’anni abita i territori liminali del teatro e della ricerca performativa, non possiamo tacere di fronte al sistematico smantellamento della cultura indipendente che questo governo sta portando avanti.

Un allarme da noi lanciato già alla prima edizione di Supernova del 2023 con l’apertura del network “Annusa i fiori finchè puoi” che ha coordinato molte assemblee e atti pubblici, ma senza riuscire a coagulare il terreno troppo frammentato della scena artistica contemporanea. Ora ci troviamo di fronte al baratro e dobbiamo intervenire finalmente UNITE/E.

I tagli al Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo non sono “semplici” misure economiche: sono atti politici che mirano a sopprimere le voci critiche, marginalizzare l’innovazione e imporre un modello culturale omologato, dove sopravvivono solo il repertorio rassicurante e lo spettacolo allineato al potere.

Santarcangelo, come pochi altri festival in Italia, è stato per decenni un laboratorio di resistenza poetica e politica, un luogo in cui il teatro si è interrogato sul presente senza compromessi. Oggi, dimezzarne i fondi significa volerlo trasformare in un fantasma, privandolo della sua forza sovversiva e della sua capacità di immaginare futuri possibili.

Noi denunciamo:

La militarizzazione della cultura, dove i finanziamenti premiano non la qualità, ma l’obbedienza;

La distruzione del tessuto produttivo indipendente, che lascerà senza lavoro centinaia di artisti/e, tecnic* e operator*;

L’ipocrisia di un governo che parla di “patrimonio” mentre svende il futuro della creazione contemporanea – e investe in armamenti.

Noi chiediamo:

La revoca immediata dei tagli al Festival di Santarcangelo e a tutte le realtà colpite da questa damnatio memoriae finanziaria, anche in altri settori, come la danza e le tante nuove compagnie e festival alla prima istanza che sono state radiate!

Un’inversione radicale delle politiche culturali, che riporti al centro la ricerca, l’esperimento e la diversità;

La partecipazione attiva alla mobilitazione del 7 luglio – perché i teatri, le piazze e i festival devono essere presidi di disobbedienza, non complici del silenzio – lo stesso silenzio che affianca il Genocidio in Palestina;

Santarcangelo non è un costo: è un atto necessario.

E noi, come Motus, continueremo a difenderlo con tutti i mezzi che l’arte ci ha insegnato.

Motus

Enrico Casagrande e Daniela Nicolò

PS: Domenica 7 luglio, ore 17.00 – assemblea nazionale online.

Uniamoci. Non lasciamoci dividere. La cultura è un corpo vivo, e resisterà.

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