Sarsina, il Gesù di Pasolini al Plautus festival

Cultura

Il festival di teatro antico dedicato a Plauto allarga lo sguardo su una teatralità contenuta in altri linguaggi, quali il cinema e la musica, in luoghi diversi dal teatro, ma in grado di restituire sostanza e humus impregnati di vigore e bellezza.
È il caso della millenaria Basilica di Sarsina, quella dedicata al taumaturgo San Vicinio, dove ancora oggi i fedeli accorrono per farsi mettere il collare anti possessione, chiesa che diventa teatro di un appuntamento speciale del Plautus. Stasera alle 21.30 va in scena un recital musicale dal titolo “Storia di un Gesù. Omaggio ai cento anni di Pier Paolo Pasolini”. Ideato da Guido Barbieri, musicologo, docente al conservatorio Maderna di Cesena, vede la collaborazione con Emilia Romagna festival attraverso il direttore e flauto solista Massimo Mercelli, e l’orchestra da camera “Vittorio Calamani”. Fra le musiche eseguite alcune sono tratte da Bach, altre da Nyman e Sollima.
Barbieri, voce recitante, ha scritto con Fabiana Piersanti un “copione” che ripercorre la storia del film pasoliniano “Il vangelo secondo Matteo” (1964) ma anche la storia del “Gesù” interpretato dall’allora 19 enne catalano Enrique Irazoqui (1944-2020) di madre italiana ebrea. Un’opera dedicata al figlio di Dio interpretata da un giovane sindacalista, ateo, comunista militante, antifranchista. Chiamato da un regista che pure si definiva comunista e ateo anche se coinvolto ebbe a dire da una «religione che va oltre l’estetica e la superstizione, quale esperienza autentica e antropologica radicata nell’uomo» (da una intervista di Michel-M.Campbell per la rivista “Séquences 1972 ndr).
A proposito di questo racconto per parole e musica, l’ideatore e protagonista introduce: «Questa è la storia di un Gesù che non è mai esistito, un Gesù di pietra, con gli occhi d’inchiostro e le sopracciglia nere, nato tra i Sassi di Matera e morto alla fine di un film. È la storia vera, in realtà, di Enrique Irazoqui, il giovane anarchico e sindacalista catalano che Pier Paolo Pasolini, per caso e poi per volontà, scelse per la parte del protagonista di uno dei suoi film più discussi e controversi: il Vangelo secondo Matteo, girato nel sud d’Italia tra il 1963 e il 1964».
Da molto tempo il regista andava cercando invano il “suo” Gesù. Enrique era capitato a Roma da attivista universitario per raccogliere fondi da destinare al sindacato clandestino di Barcellona. Pasolini si imbatté in questo ragazzo, e incredulo cominciò a fargli spostare lo sguardo, a farlo muovere, camminare, per poi gridare come Pitagora: «Ho trovato il Gesù!», come ha ricordato Irazoqui in una intervista del 2011.
Enrique si ritrovò protagonista di un capolavoro senza essere attore; quel film anzi lo privò del passaporto, fu espulso dall’Università per aver partecipato – secondo il regime franchista – a un film di “propaganda comunista”. Nel 1969 raggiunse però Parigi e si laureò in Economia. Fra gli amici italiani che lo sostennero, c’erano Natalia Ginzburg e su tutte Elsa Morante «colei – disse ancora – che decise la colonna sonora del Gesù di Pasolini». Gratuito.

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