Chi riapre e chi no. Ma i librai ci sono e lottano con noi

Cultura

Pronti a rialzare le saracinesche, ma non tutti. I librai e le libraie romagnole reagiscono in maniera non unanime alla possibilità, data dall’ultimo decreto del Governo Conte, di riaprire dopo Pasqua, da martedì 14 aprile, le proprie attività. Se nella provincia di Rimini non si potrà in realtà ripartire a causa delle maggiori restrizioni cui è sottoposto il territorio, nel resto della Romagna in diversi sono pronti a tornare alla vendita diretta ma c’è anche da registrare, ad esempio, la decisione delle librerie indipendenti ravennati, la Dante di Longo e Liberamente, di mantenere le saracinesche abbassate, pur continuando con la vendita a domicilio avviata nelle scorse settimane. Ma andiamo con ordine.
Il Governo
La decisione di fare riaprire le librerie, insieme alle cartolerie, è stata presa dal Governo Conte su indicazione di una parte della maggioranza (con il ministro Franceschini principale sponsor) e più per il suo significato simbolico, nel momento in cui si annunciava il prolungamento del lockdown per altre tre settimane.
Per la maggior parte dei librai romagnoli, una sorpresa. In queste settimane di serrata totale non erano spariti del tutto: chi grazie all’iniziativa LibridaAsporto, chi in autonomia, in tanti, anche in Romagna, si sono attrezzati per consegnare i libri a domicilio. E continueranno a farlo anche nelle prossime settimane, mentre più d’uno – ed è questa una delle novità introdotte dall’emergenza Covid – pensa che la consegna a domicilio sarà un servizio che verrà garantito anche in futuro. Anche perché il tema vero riguarda proprio il dopo e le modalità di fruizione di esercizi che non sono unicamente attività commerciali ma spesso anche veri e propri centri di cultura, impegnati in eventi, laboratori, corsi. Già da fine febbraio le librerie hanno subìto uno stop ai loro eventi come avvenuto per tutte le altre attività culturali (cinema, teatri, concerti).
Dante di Longo
«La nostra attività andrà completamente ripensata e già stiamo iniziando a ragionarci – spiega Angela Longo, titolare insieme alla sorella Alberta della libreria Dante di Longo di Ravenna –. Ora, però, abbiamo deciso di non riaprire il 14 aprile. Noi librai sappiamo bene che le librerie sono un presidio culturale importante, ma il Governo se ne accorge solo ora?».
«Non è così semplice riaprire – continua la libraia ravennate - Con la quarantena ancora in atto, con le città deserte, i dipendenti in cassa integrazione. Continueremo con la consegna a domicilio, che del resto facevamo anche prima con chi ce lo chiedeva e con tanti clienti da altre città italiane. E ci piacerebbe che in futuro possa continuare ad esserci una rete come quella messa in piedi con l’iniziativa LibridaAsporto per rendere sistematico questo servizio. Ma in questo momento il tema vero è che dovremo ripensare un po’ tutto».
Le sorelle Longo hanno perciò firmato la lettera appello rilanciata ieri dal blog letterario minima&moralia che dà voce ai librai contrari alla riapertura: «Riaprire le librerie non può essere considerato un puro gesto simbolico, ma deve essere un’azione strutturata e gestita nella sua complessità, così come dovrebbe avvenire per tutte le altre attività necessarie alla vita sociale» sostengono i sottoscrittori.
Mondadori di Cesena
Altre librerie di Ravenna, e poi varie librerie di Cesena e Forlì, si dicono invece pronte a riaprire martedì 14.
«Lo faremo rispettando le indicazioni di sicurezza che saranno al primo posto» assicura Sandra Bandi della libreria Mondadori di via Carducci a Cesena. «Personalmente mi sono attivata subito, a inizio emergenza, per poter fare le consegne a domicilio. Ho venduto moltissimo, soprattutto ai bambini e ragazzi, agli insegnanti. Anche prima che scoppiasse questa emergenza pensavo di introdurre le consegne a domicilio e ho intenzione di mantenerlo come servizio, perché funziona».
Ubik di Cesena
Sulla stessa linea Agnese Sarti, della libreria Ubik di piazza del Popolo sempre a Cesena: «Abbiamo aderito a LibridaAsporto e sta andando molto bene – spiega – così che vorremmo riuscire a mantenere questo tipo di servizio anche in futuro». Anche la libreria Ubik è pronta a riaprire martedì, ma ciò su cui ci si sta in particolare concentrando è ripensare a come sarà il domani delle librerie: «Abbiamo dovuto cancellare tantissimi eventi e ora stiamo cercando di capire con quale formula sarà possibile continuare in futuro a mantenere vivo il contatto tra i lettori e gli autori».
Mondadori Forlì
A Forlì è pronta a riaprire la libreria Mondadori di viale della Repubblica. «Abbiamo già predisposto tutti i presidi di sicurezza, la segnaletica in terra, il plexiglass alla cassa, ci sarà il disinfettante a disposizione» spiega il referente Massimo Foschi. Le librerie Mondadori hanno potuto garantire la consegna a domicilio in queste settimane grazie al sostegno del Gruppo, ma «l’intenzione è di mantenerlo anche in seguito» dice Foschi.
Chi continuerà solo con le consegne a domicilio saranno per ora i librai e le libraie di Rimini. Era pronta a riaprire la libreria Viale dei ciliegi, di via Bertola: «Ma questo divieto per Rimini ci sta e lo accettiamo» afferma Serena Zocca, che gestisce il negozio insieme ai soci Gianluca Guidomei ed Elena Gaddoni.

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