Natale all'insegna di Tonino Guerra e la sua poesia
Natale 2020 potrebbe essere definito un Natale “guerriano” perché sono tanti gli appuntamenti che vedono Tonino Guerra al centro dell’attenzione. A Santarcangelo, con l’inaugurazione oggi dell’albero di Natale a lui dedicato (ore 18), a Rimini, con un talk online nell’ambito di Amarcort film festival a cui partecipano la moglie Lora, Gianfranco Angelucci e Miro Gori per raccontare il suo rapporto amicale e professionale con Federico Fellini (oggi, ore 17) mentre nei giorni scorsi è stato proiettato l’intenso docufilm sul maestro “Buongiorno, tira il vento” realizzato dal georgiano Mikheil Mrevlishvili.
E sempre a partire da oggi negli uffici postali di tutta Italia un evento filatelico speciale in onore di Guerra. A ciò si aggiungano le iniziative poetiche (vedasi box) che lo vedono protagonista.
Le celebrazioni monche
L’anno non è concluso e quindi si è ancora nei tempi giusti per le celebrazioni, quelle dei suoi 100 (era nato a Santarcangelo il 16 marzo 1920 e qui è scomparso il 20 marzo 2012). A primavera la pandemia si è portata via il presidente onorario dell’Associazione Tonino Guerra, lo scrittore cileno Luis Sepúlveda che avrebbe dovuto presenziare alle giornate clou dei festeggiamenti, saltate per via del Covid-19 e recuperate in parte a settembre sviscerando uno solo, il paesaggio, dei tre grandi temi su cui il programma era stato costruito (gli altri erano poesia e cinema).Il francobollo e l’annullo
Il poeta santarcangiolese oggi entrerà ufficialmente tra le effigi raffigurate su un francobollo di Stato perché il ministero dello Sviluppo economico ha emesso un francobollo appartenente alla serie tematica “le eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato a Guerra nel centenario della nascita. Oltre al francobollo, le Poste hanno predisposto anche il folder contenente cartolina e prima busta sempre in tiratura limitata e, disponibile da oggi per alcune settimane, lo speciale annullo filatelico.A proposito dell’effige sul francobollo, il maestro avrebbe forse commentato con un disincantato sorriso: amava dire che non sono i riconoscimenti e i premi che contano ma ciò che conta veramente è “fare qualcosa per gli altri”. E Guerra lo ha fatto, come dimostrano le sue realizzazioni disseminate per la Romagna che arricchiscono il paesaggio di poesia concreta, punti cardine di un parco letterario e artistico in attesa da tempo di una organica e strutturata fruibilità. Lo ha fatto con i suoi film, oltre 120 quelli che ha sceneggiato, i documentari, le poesie e la prosa, gli appelli, i messaggi, gli aforismi, lasciando in eredità parole poetiche a nutrimento dell’anima, come amava dire: «È urgente fermarsi perché stiamo andando troppo in fretta e c’è bisogno di aspettare l’anima».
Oggi più che mai queste parole assumono un valore emergenziale come la lotta all’epidemia che si combatte anche cambiando stile di vita e riposizionando i valori. Quante volte faceva appello all’importanza di una rinnovata etica collettiva, e adesso lo avrebbe fatto in modo forte e incisivo. Fiducioso che ai momenti bui fanno sempre seguito le rinascite, lui che aveva vissuto la guerra, provato sulla sua pelle la deportazione e la prigionia in un campo di concentramento nazista in Germania. «Chi ha avvicinato la morte non può che credere nella vita», e lui l’amava con la razionale positività che nasce dalla fiducia nella forza della natura, della bellezza, dell’intelligenza. Ci ha lasciato scritto che «c’è sempre un’isola che può salvarti», e ancora che «il tempo fa di tutto perché le guerre diventino favole», nella convinzione che tutto si supera.
L’albero
Parole salvifiche, le sue, a cui è bello aggrapparsi e questo lo si può fare nella sua città anche ascoltando la sua voce per le contrade cittadine, leggendo le luminarie e avvicinandosi all’albero di Natale che il Comune gli ha dedicato. Un albero collocato nel Combarbio, in piazza Rino Molari, progettato dall’architetto Manolo Benvenuti, che raccoglie i suoi pensieri rappresentati graficamente dall’artista Massimo Modula, al cui interno è possibile accedere e sostare. Si può affermare che l’amministrazione ha ben recepito uno dei suoi messaggi: «Bisogna stare in un posto dove le parole diventano foglie e così possono rubare i colori alle nuvole e dondolare al vento».Nella città di Tonino Guerra molto di quanto accadrà durante le festività natalizie sarà riconducibile a Santarcangelo “città della poesia”. L’omaggio è esteso anche ai suoi sodali: Nino Pedretti, Raffello Baldini, Gianni Fucci, Flavio Nicolini, Giuliana Rocchi. Alcuni dei loro versi ciondolano inscritti nelle luminarie delle vie del centro mentre le voci di alcuni di loro si ascolteranno da sabato 19 nelle contrade più appartate.
“L’era un béus. Poeti alle finestre” è il progetto che prevede un insolito ed evocativo ascolto dinanzi a tre luoghi carichi di memoria: la Torre che fu prigione con le parole di libertà di Guerra, lo studio dismesso del pittore Lucio Bernardi con i versi di Pedretti, le segrete stanze dell’elegante Palazzo Docci con i personaggi narrati da Baldini.
Per armonizzare la presenza vocale dei tre maestri la mediazione del disegno a opera di sette artisti illustratori: Roberto Ballestracci, Elettra Campana, Eron, Lorenzo Kamerlengo, Elisa Mossa, Francesco Ruggeri, Nicolò Vasini. Al progetto collaborano anche la Scuola del libro di Urbino e l’associazione Almanimatori.