Nanni Balestrini, mostra-omaggio a Ravenna

Cultura

RAVENNA. Il percorso di una produzione letteraria e visiva, dai “Novissimi” al “Gruppo 63” fino agli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, quando si dipanò, sottolineano i curatori in catalogo «a partire da una cupa successione di parole piene di petrolio e inquietudine», è al centro della mostra in ricordo di Nanni Balestrini Vogliamo tutto, che sarà inaugurata domani, 21 giugno, alle 18 alla Biblioteca Classense.
Un titolo ripreso dal “libro cult” di Balestrini del 1971, che ispirò intere generazioni con la storia dell’operaio Alfonso. Curato da Davide Di Maggio e Paolo Trioschi con presentazione di Manuela Gandini per il ciclo “Ascoltare bellezza”, l’evento espositivo è promosso dall’assessorato comunale alla Cultura , Istituzione Biblioteca Classense e Mar in collaborazione con Ravenna Festival e la milanese Fondazione Mudima.
L’apertura della mostra voluta dagli amici e dalle persone a lui più vicine, sarà occasione di un ricordo affettuoso e partecipe dell’artista scomparso lo scorso 19 maggio, con la lettura di alcune tra le sue poesie più significative da parte di Franco Costantini. Interverrà Giacomo Balestrini, figlio dell’artista. La Sala del Mosaico ospiterà la grande tela di Balestrini “Anni ’70, Anni ’80” accompagnata dalla omonima serie di colorati collage e gouache degli anni Ottanta, e dalla celeberrima tela dal titolo “Potere operaio” del 1972, uno dei lavori più significativi della sua ricerca poetica sulle condizioni espressive del linguaggio e dei contesti sociali e politici del decennio dei movimenti antagonisti, del femminismo, della psichedelia, del terrorismo e degli scontri.
Con il 1979 si inaugurò la pesante ondata di repressione per la quale Balestrini e altri intellettuali si trasferirono in Francia. «Lo sconvolgimento balestriniano della linearità narrativa – a giudizio dei curatori – fa si che il contesto giornalistico di allora disveli la minaccia della fine dei sogni e l’immaginazione al potere si frantumi sotto il peso di parole sospese come maledizioni, come mantra pronunciati al contrario». Nel contempo, l’artista maturò una straordinaria attività nel campo delle arti visive con moltissime occasioni espositive come dichiarò lo stesso Balestrini nel 2017: «Ho l’abitudine di vedere i livelli verbale e visivo come una cosa sola (…) Ho iniziato la mia attività artistica scrivendo poesie, ma sono sempre stato interessato alle trasformazioni delle arti di avanguardia. Le frasi e le lettere sminuzzate sono apocalittiche e leggere a un tempo». Balestrini si è sempre mosso fra i territori linguistici della poesia e della pittura mettendoli a confronto e facendoli reagire fra di loro così come accade nell’ultimo “L’esplosione”. I suoi lavori, con una buona dose di veggenza, hanno anticipato l’avvento della virtualità e delle sue insidie, il manifestarsi di quel tecno-mondo antropofago fatto di video e parole che sembrano come divorare il reale.
«Misteriosa, ipnotica e affascinante è stata l’avventura di Balestrini», aggiunge in catalogo Daniele Di Maggio. «Persona mite ma determinatissima a percorrere la strada della ricerca umana e artistica… Organizzare le parole secondo un ordine casuale non vuol dire privarle del loro senso, ma scoprire nuovi significati. Un lavoro, il suo, sul linguaggio e sulla forma che con il tempo ha creato una nuova espressione visiva, oggi unica nel panorama delle arti.. Le parole e i silenzi di Balestrini, hanno sempre avuto conseguenze, un peso specifico altissimo. Ma la sua assenza ne avrà di più grandi ancora per noi, e non sarà colmabile nel breve. Quello che possiamo fare è portare avanti con la stessa energia e lo stesso entusiasmo i suoi pensieri, la sua letteratura, le sue poesie e la sua arte e, come spesso amava dire: “Ce la faremo!”». La mostra resterà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 3 settembre. Orari: nel mese di luglio: 10-18 (giorni feriali); 14-18 (domenica e lunedì). In agosto: sino al 14 agosto 9-14 (chiusura domenicale); dal 15 al 31: 14 -18. In settembre: 14-18.

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