Mina - Ti amo come un pazzo

La musica è, tra le espressioni artistiche, la più strana. Soggetta a due mediatori: l’ascoltatore e l’esecutore (cantanti, musicisti e arrangiatori interpretano l’idea di altri e possono trasformare o, addirittura, stravolgere un pezzo…). Del destinatario colpisce un solo senso, l’udito. Ma provoca emozioni in quantità superiore alla pittura o alla letteratura. Perché non descrive. Scorre. E non impressiona l’intelligenza, che ha bisogno di tempo. Impressiona la sfera emozionale. Come non ammettere che una nota sola basta a toccare il nostro sentimento? Persino un suono singolo contiene un poco di quella qualità emotiva che troviamo negli elementi della musica e che si fa incontro a noi, dai brani degli artisti più significativi, come rivelazione spirituale, confortando i nostri cuori.

Questa premessa ci pareva indispensabile per introdurre quella che è ritenuta la più grande cantante italiana del nostro tempo e una delle poche europee ad essersi avvicinata alle più famose voci del jazz. Grazie al virtuosismo, alla sua incredibile voce, capace di passare dai cinguettii più alti e lirici alla più viscerale aggressività, Mina ha spesso nobilitato ed esaltato quanto in mani altrui risulterebbe meno “prezioso”. Lo dimostra anche il suo nuovo album, “Ti amo come un pazzo”, che include degli inediti e due remake [i cui testi meritano di essere citati almeno in parte: “Se non fosse per te crollerebbe il mio cielo / Se non fosse per te sarei niente, lo sai / Perché senza te io non vivo / E mi manca il respiro se tu te ne vai / Quando sono con te chiudo gli occhi e già volo / D’improvviso la malinconia se ne va / Dai pensieri miei cade un velo / E ritrovo con te l’unica verità / Solamente tu sai, anche senza parole / Dirmi quello che voglio sentire da te / Io non ti lascerò fino a quando vivrò / Tutto quello che un uomo può fare stavolta per te lo farò / Una pioggia di stelle ora brilla nell’aria / Ed il mondo mi appare per quello che è / Un oceano da attraversare / Per un cuore di donna o la spada di un re / Perché senza te io non vivo / E mi manca il respiro se tu te ne vai / Solamente tu sai, anche senza parole / Dirmi quello che voglio sentire da te / C’è un tempo per l’amore che spiegarti non so / Tutto quello che un uomo può fare stavolta per te lo farò” (Tutto Quello Che Un Uomo di Sergio Cammariere); “Don Salvato’ a nce guardà da coppa / Sicuramente risultammo ridicoli / Cu tutti chisti veli ‘innanz all’uòcchie / Nuie figli ‘e chesta terra, ‘e chesta vita / Nuie che parlammo troppo spisso / Pure senza essere interrogati / Nuie, che mo è nu guaio mo è na disgrazia / Pare ca ance simmo abbituati / Don Salvato’ ll’alberi chiàgnene / ‘E frutti se so’ ‘nfracetati / Veleno, fummo e cielo grigio / Quanno ‘a mana vosta nunn ‘è arrivata / E po’ ‘a paura, a’ canna annùra / ‘Mmiezo ‘e deserti d’a miseria / Carogne, puorce, sango crudo / ‘E mmane sporche, ‘a famma e ‘a sete / Don Salvato’ a che ce serve / Tutta chesta educazione / Si po’ ogni scarpa se fa vecchia / E si nun more è nu scarpone / E si vaie c’o core nisciuno t’aiuta / Riesti sulo schiavo d’o pudore / Ca te fa fesso e cuntento / E po’ na spina dint’o core / Don Salvato’, Don Salvato’/ Don Salvato’ che nce ne facimmo / D’o credere, d’a speranza / E dell’opere bbone / Se po’ ‘o destino ‘o decidite vuie / E nuie nn’ avimm màje ragione” (Don Salvato’ di Enzo Avitabile)], ulteriore tassello di quella colossale catalogazione che Mina porta avanti ormai da anni.

In canzoni come Buttare L’Amore, Povero Amore, Non Ho Più Bisogno Di Te, Fino A Domani, Come La Luna, Un Briciolo Di Allegria (in duetto con Blanco), l’artista di Busto Arsizio, dotata di una voce dall’estensione molto ampia e dall’intonazione perfetta, dà libero sfogo ai suoi vezzi vocali. Mina tende a spingere le note di petto oltre il proprio limite naturale, mantenendo un suono chiaro anche se “tenuto”, la direzione essendo sempre quella della conquista di note acute. Una vocalità che può ben rappresentare l’archetipo del canto “leggero”: squillante, duttile e in grado di rendere quanto mai interessante il suo percorso ritmico. I brani di “Ti amo come un pazzo”, arrangiati con soluzioni attinte dal jazz, dal pop e da altri generi musicali, sono dolenti e “scarnificati da una maturità espressiva che è la più sofferta di sempre” (anche se in un pezzo come L’Orto a prendere il sopravvento è il lato più divertente ed “eccentrico” della cantante lombarda…).

“In ‘Ti amo come un pazzo’, alla fine, non contano le canzoni, non contano melodie e parole, non conta più nulla a parte l’infinita bellezza di una voce che arriva da talmente lontano da essere diventato il più grande mistero di tutta la storia della canzone italiana. La notizia casomai è che forse per la prima volta Mina non è più solo perfetta, per qualche istante, pochi in verità, lascia che l’età incrini qualche nota, che intenerisca, che umanizzi il canto. Una nuova tenerezza, un accenno di debolezza che a tratti vena d’umanità la sua proverbiale perfezione, quella sfacciata e sbalorditiva facilità, quel dono sovrumano che la insegue da sempre, da quando era appena una ragazzina” (Gino Castaldo).

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