Le foto di Gaza riempiono Ravenna grazie al “Festival delle culture”

Cultura
  • 20 giugno 2025

di Federico Vagnoni

RAVENNA

Cosa significa vivere tra le macerie, tra colpi di fuoco, desolazione e miseria? Cosa significa dormire senza un letto o una casa, senza famiglia o senza sapere dove siano mamma e papà? Questa è la guerra.

È complesso riassumere il male che quest’ultima porta all’interno di quelle vite che la incontrano, ma la fotografia ne è capace.

Il Festival delle culture, fino al 30 giugno, dedicherà spazio e tempo alle condizioni di vita precarie e insostenibili della popolazione palestinese, a Gaza, attraverso la mostra fotografica “I grant you refuge”, curata dal fotografo Paolo Patruno e realizzata grazie agli scatti di sei inviati di guerra del territorio bellico: Shadi Al-Tabatibi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Saeed Mohammed Jaras, Omar Naaman Ashtawi e Jehad Al-Sharafi.

«Essere un giornalista a Gaza non significa solo tenere in mano una macchina fotografica; significa rischiare tutto per mostrare al mondo la verità.», così è intervenuto Shadi Al-Tabatibi alla presentazione della mostra.

Le foto sono esposte in alcune sale di Ravenna e lungo le principali vie della città, come via Zirardini e via Berlinguer, attraverso una serie di manifesti di grande e medio formato.

Gli scatti realizzati hanno l’obiettivo di sensibilizzare e informare su ciò che realmente, di tanto brutto, accade, solo a poche migliaia di chilometri da noi. Questo può e deve suscitare una riflessione collettiva su quanto è necessario per aiutare. È un monito per agire nel proprio piccolo ma anche e soprattutto per le istituzioni europee e le comunità internazionali, che hanno le giuste capacità per fronteggiare la tragedia che è la guerra.

Il titolo della mostra “I grant you refuge” trae ispirazione dall’omonima poesia della scrittrice e poetessa palestinese Hiba Abu Nada, uccisa il 20 ottobre 2023 nella sua casa di Khan Yunis, durante un bombardamento.

Queste immagini hanno l’ambizione di unire, divulgare e permettere di comprendere. Le fotografie documentano sofferenza e morte che non sempre sono raccontate dai media. Sono rappresentate delle vite, dei momenti. Viene così immortalata la quotidianità di persone che abitano tra la vita e la morte ogni giorno.

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